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Domenica 22 dicembre 2024

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Voto di sfiducia al ministro cuneese Daniela Garnero Santanché, non passa

Discussione in corso al Senato, la difesa della ministra: "Non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire"

La Guida - Voto di sfiducia al ministro cuneese Daniela Garnero Santanché, non passa

Roma – È finita  al Senato la discussione per il voto si sfiducia al ministro Daniela Garnero Santanché. La cuneese nel governo Meloni, ministra al turismo, è finita nell’occhio del ciclone per le vicende sulla  società Visibilia e Ki Group e dell’avviso di garanzia, che hanno portato a infinite discussioni e alla mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti presentata da Movimento 5 Stelle ed esposta d Patuanelli.
“Signor Presidente, – ha detto Patuanelli – membri del Governo, colleghi, la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Santanchè è autoesplicativa, nel senso che sono evidenti le motivazioni che ci hanno portato a presentarla. Sono tutte legate alla mancanza di risposte, all’opacità e ad alcune cose non vere che sono state dette il 5 luglio scorso in quest’Aula. Posso assicurare che, se avessimo avuto le risposte che chiedevamo quando abbiamo chiesto un’informativa al ministro Santanchè, oggi non saremmo qui con una mozione di sfiducia, che non era preordinata, bensì è la conseguenza di quanto accaduto in Aula. Un’informativa che è iniziata con una vera invettiva nei confronti di magistratura e giornalisti… Ora, è del tutto evidente, invece, che la magistratura ha compiuto il suo dovere ed il suo lavoro. Ha scelto di secretare, da ottobre dello scorso anno, l’iscrizione nel registro degli indagati. Quella segretazione durava tre mesi e non c’è obbligo di avviso dell’iscrizione se non ci sono motivi di indagine personale. Bastava che ciò di cui all’articolo 335 del codice di procedura penale fosse chiesto qualche giorno prima di venire a fare l’informativa e non a dicembre. Era molto semplice, quindi, e la verifica che il Ministro ha detto di aver fatto con i suoi avvocati è stata fatta, evidentemente, molti mesi prima…. A noi non interessano i procedimenti giudiziari e io mi auguro di cuore che la Ministro Santanchè esca perfettamente pulita da qualsiasi indagine. Glielo auguro personalmente e me lo auguro per il mio Paese, visto che è un Ministro della Repubblica, ma le condotte sottese a quello che è accaduto nei gruppi che la Ministra ha guidato, a nostro avviso, presentano, dal punto di vista del comportamento, una discrasia rispetto al giuramento che si fa quando si diventa Ministro e all’esercizio con disciplina e onore delle funzioni pubbliche che ciascuno di noi ha”.

Netta la risposta della Santanché: ”È la seconda volta che mi trovo in quest’Aula per discutere su accuse giornalistiche rivolte alla mia persona. Come ricordate tutti, lo scorso 5 luglio ho già avuto occasione di entrare in modo dettagliato sui vari aspetti di questa inchiesta pseudo-giornalistica. Lo dico con chiarezza: non intendo entrare nuovamente nel merito, in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Mi permetto solo, per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta, anche – lo ricorderete – con grandissimi titoli sui giornali, di ribadire che, quando sono venuta in Senato, il 5 luglio, non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della procura della Repubblica di Milano. Anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza, a Milano, è stata consegnata la proroga delle indagini in data, esattamente, 17 luglio. Per cui, non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Questo fatto, del tutto singolare, che da parte mia non merita commenti, che non intendo fare, semmai dovrebbe rappresentare seri motivi di preoccupazione, non tanto sulle modalità di svolgimento delle attività di inchiesta, ma soprattutto su come, prima dei diretti interessati, alcuni organi di stampa sono stati destinatari di notizie che dovrebbero invece essere riservate e che, nel caso di specie, ho ricevuto molto tempo dopo rispetto al giorno in cui è apparsa la notizia su molti quotidiani. Desidero invece soffermarmi brevemente sulle ragioni che potrebbero essere alla base di una mozione di sfiducia verso un Ministro in carica. Negli interventi da parte dei rappresentanti di Gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di Ministro. Ho qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere – lo ribadisco – sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica, una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da Ministro della Repubblica, o l’eventuale violazione di obblighi costituzionali o di legge nell’attività posta in essere dal mio Dicastero e che, soprattutto, ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da Ministro. Comunque ritengo di aver chiarito in quest’Aula, in maniera solenne, tutta la verità, come ho già ribadito più volte”.

Accesa la discussione in aula conclusa con la votazione; 67 a favore della sfiducia e 111 contrari, zero astenuti, la mozione non passa e Daniela Garnero Santanché rimane al suo posto.

 

 

 

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