C’è chi le chiama occasioni, chi invece più prosaicamente casi della vita. Chi li considera segni del destino, chi invece finestre per sogni a occhi aperti. Sono quegli avvenimenti della vita in cui ognuno inciampa senza poter dare spiegazione, ma che talora conducono a cambiamenti anche significativi.
Di solito ci si accorge di loro quando ormai hanno lasciato il loro segno, quando i nostri occhi trovano il tempo per fermarsi un attimo a considerarli facendoli uscire dalla quotidianità, dando loro dignità di evento.
Intorno a questi “incontri ravvicinati in luoghi inaspettati” Rosella Vacchino costruisce i suoi nove racconti accomunati dalla figura femminile, sempre al centro della vicenda, dall’esperienza dell’inatteso e da un certo sorriso ironico che di tanto in tanto fa capolino.
Uno dei rischi era l’eccesso di costruzione a tavolino. Una trama che sembra ripetersi quasi ai limiti dell’improbabile. In un cimitero nasce una storia d’amore la stessa che appare, si dilegua e ricompare in una corsia d’ospedale. In una stazione immersa nella nebbia intanto si fa strada una giornata nuova come in una sala d’aspetto si affaccia un inatteso futuro. L’autrice trova il modo di sorprendere con svolte finali che scombinano le carte. Può essere la battuta sulla tomba dei due mariti o la malinconia di una storia iniziata, ma consapevolmente vissuta come senza futuro. Non importa “consideriamolo come un vero regalo, qualcosa di prezioso e gratuito di cui abbiamo potuto godere”.
È questo lo spirito che aleggia in tutti i racconti al di sopra della trama talvolta esile. Le occasioni della vita non fanno che mettere a nudo l’animo dei personaggi tutti segnati da una velata solitudine. C’è un prima e un dopo: in mezzo matura la consapevolezza del bisogno di compagnia, di amicizia, di amore e la vita forse regalerà gioie.
Un giorno all’improvviso
Rosella Vacchino
Baima-Ronchetti
15 euro