Emilia Romagna, Toscana, provincia autonoma di Trento, Lombardia, Veneto e solo al settimo posto il Piemonte. Questa la classifica che emerge dall’analisi di Fondazione Gimbe effettuata sul monitoraggio dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) da parte del Ministero della Salute.
“E pensare che secondo il report del 2019 il Piemonte era in testa alla classifica, poi la lenta discesa in corrispondenza dell’amministrazione Cirio” commenta il vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte e Segretario Regionale del Pd, Domenico Rossi.
Le regioni vengono valutate per tre aree specifiche prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. “La performance piemontese non è in linea con quella delle grandi regioni del nord e questo significa che i piemontesi godono di una sanità meno buona, ad esempio, della vicina Lombardia con conseguenze sulla mobilità passiva ma anche sulla quota di risorse nazionali che vengono ripartite sulla base della qualità dei servizi erogati” spiega il rappresentante Dem.
“Non solo, in un contesto come quello descritto , è colpevole proseguire con la proposta di autonomia differenziata di Calderoli perché il divario tra nord e sud del Paese potrà solo peggiorare” prosegue Rossi evidenziando che “non può esserci una sanità di serie A e una di serie B, lo sforzo comune deve essere quello di migliorare e uniformare l’offerta”.