Ceva – Aveva presentato domanda per il reddito di cittadinanza ma dai controlli eseguiti dall’Agenzia delle Entrate risultava convivente, a sua insaputa, con un persona con regolare stipendio ed è stata quindi denunciata per aver reso false dichiarazioni. A essere sorpresa dell’esito degli accertamenti è stata proprio T. M., giovane studentessa all’Università di Torino, residente a Ceva dove aveva preso in affitto un appartamento da un uomo di origini egiziane, ma temporaneamente domiciliata a Torino da un’amica che vive vicino all’Università: “Avevo la residenza a Ceva ma una mia amica mi aveva offerto un posto dove dormire a Torino perché più comodo per seguire i corsi universitari”, ha riferito la ragazza alla giudice. Dalle indagini era però emerso che oltre a lei in quell’appartamento di Ceva aveva preso la residenza un’altra persona, il cugino del proprietario dell’alloggio che aveva bisogno della residenza per il contratto di lavoro che stava per sottoscrivere ma che in quell’appartamento non aveva mai messo piede. Il giovane, chiamato a testimoniare in tribunale, ha negato di aver mai visto prima la giovane studentessa imputata, e ha aggiunto di non aver mai dormito in quella casa ma che suo cugino gli aveva proposto di prendere la residenza lì per poter fare il contratto di lavoro. Un equivoco creato quindi dal proprietario dell’appartamento che però è costato una denuncia alla giovane studentessa: “Avevo presentato al Caf di Torino la domanda per il reddito di cittadinanza, ma se avessi saputo di questo fatto non l’avrei presentata”, ha concluso la studentessa, per la quale è stata la stessa accusa a chiedere l’assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo nella commissione del reato. Richiesta cui si è associata la difesa e che è stata accolta dalla giudice che ha assolto la giovane per insussistenza del fatto.