Cuneo – Era stato condannato in primo grado a nove anni di reclusione per il furto di 150 euro in monete dalla cassa del bar Principe di via Amedeo II e di una bicicletta, ma in appello la pena è stata ridotta a un anno di reclusione. È la vicenda di G. C., 50enne calabrese domiciliato a Cuneo che la sera del 10 dicembre 2020, mentre le strade erano deserte per via del coprifuoco, era stato visto allontanarsi dalla caffetteria a bordo di una bicicletta. Il rumore della serranda del bar aveva svegliato un residente che si era affacciato alla finestra e aveva visto l’uomo. Dopo aver chiamato la Polizia lo aveva descritto agli agenti, che lo rintracciarono poco dopo al Rondò Garibaldi. G. C. era a piedi ma in tasca aveva esattamente il contenuto del cassetto delle monete del registratore di cassa. Disse che aveva litigato con la compagna e che aveva preso un po’ di spicci per comprare un biglietto del treno per Torino. La bicicletta venne trovata qualche ora dopo in via Toselli ma era di un colore diverso da quello descritto dal testimone, bianca e blu anziché rossa, ed è stato questo l’elemento (sottolineato dall’avvocato Leonardo Roberi a difesa dell’imputato nel corso del processo d’appello) che ha fatto decadere l’accusa di furto aggravato della bicicletta, poiché commesso in abitazione; è rimasta solo la condanna per il furto delle monete che poi vennero restituite al proprietario della caffetteria. Considerati i numerosi precedenti dell’uomo, specifici per furto ma anche per ricettazione ed evasione, in primo grado G. C. venne condannato nel febbraio dello scorso anno a nove anni di reclusione con la pena accessoria di due anni di casa di reclusione e la dichiarazione di delinquenza abituale. Con l’assoluzione dal furto della bicicletta e il riconoscimento delle attenuanti equivalenti alle aggravanti contestate il calcolo della pena si è però ridotto a un anno di carcere.