Un doppio delitto: uno reale di sessant’anni fa, l’altro frutto di invenzione narrativa che ambienta la scena nel 2019 e risulta “copia anastatica” del primo. Stessa radura lungo la Dora, addirittura stessa data: le vittime sono due ragazze ma il movente in entrambe i casi rimane misterioso. Intorno, oggi come allora, si infittiscono i rimandi a personaggi politici, a relazioni tra partiti.
Nel 1953 l’assassinio di una giovane divenne celebre come il “caso di Entrèves”. Fece clamore soprattutto per l’approssimazione con cui venne gestito dagli investigatori per cui presunti colpevoli si fecero giorni di prigione in attesa di essere scagionati non dalle indagini, ma dalle rivelazioni degli stessi giornali. Il tutto avvenne all’ombra della crisi di governo, delle ferie valdostane di Palmiro Togliatti, proprio in quei luoghi.
Nel 2019 un copione analogo, ma questa volta la vittima non è una “giovane sartina torinese”, bensì la figlia di un senatore dal passato ideologicamente alquanto ondivago. Ovvio che le indagini provano a seguire moventi politici tanto più che il padre è esponente di un partito su cui si regge il traballante governo in carica: “un padre distrutto dal dolore suscita pena, ma usato bene può anche diventare un eroe politico”.
Ci sono gli elementi per un giallo capace di sorprendere allorché si tratta di tirare le fila. Se alla fine le relazioni tra i due delitti sembrano perdere mordente, ci pensa l’autore a riportare il lettore sulla retta via rendendo manifesto un sottotesto che ruota intorno al tema della giustizia.
Gli amanti del genere non possono che apprezzare i continui omaggi a Simenon, al caso che si fa beffa di ogni razionale indagine e, non ultimo, a Hitchcock con una “finestra sulla radura” da cui guardare la scena del delitto.
I delitti del Bianco
Mario Paternostro
Fratelli Frilli
15,90 euro