Non ci si lasci ingannare dalla fotografia poetica della Terra registrata verbalmente dall’autore nel prologo al saggio: un pianeta di acqua con in mezzo, “come foglie su una pozzanghera”, continenti e isole. Varie tonalità di verde e di blu con nel cielo “bianche piume allungate”.
Proseguendo ci si accorge infatti che, pur con uno stile divulgativo ricchissimo di esempi, le osservazioni riportate hanno fondamento scientifico e motivazioni precise. Poca poesia e molta realtà spesso drammatica.
Le isole, infatti, sono come il mondo in miniatura dove “le sfide come la crisi della biodiversità e i cambiamenti climatici diventano più comprensibili” proprio perché si manifestano in tempi più rapidi. Leggere il loro territorio e la loro natura è un po’ come guardare con la lente di ingrandimento i problemi del pianeta.
L’approccio a questo mondo insulare nel saggio avviene dapprima seguendo i modelli storici di ricerca. Il più celebre è quello di Darwin, ma c’è anche Linneo e Buffon. Intorno a queste prospettive si enucleano poi le più recenti scoperte intorno alla nascita e sopravvivenza di intere specie in zone lontane migliaia di chilometri dalla terra ferma e per questo sopravvissute.
Le isole hanno una loro vita. Nascono, si trasformano, talora “muoiono”. Lì l’intervento umano ha un impatto più forte perché “spalmato” su un’area più ristretta, ma anche, in alcuni casi, si può godere di una posizione privilegiata di isolamento rispetto al mondo antropizzato. Per questo l’analisi dell’autore si conclude con l’osservazione dei rapporti tra gli esseri umani e l’ambiente delle isole da cui trarre insegnamenti validi per l’intero pianeta.
Il mondo in miniatura
Sietze Norder
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18 euro