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Venerdì 22 novembre 2024

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Materiale acquistato per il bar ma mai restituito, giovane a processo

Per lui l'accusa è di truffa: rispose a un annuncio di lavoro presentandosi come cuoco e cameriere, ma dopo un po' di tempo sparì

La Guida - Materiale acquistato per il bar ma mai restituito, giovane a processo

Moretta – Spacciandosi per cuoco in cerca di lavoro aveva risposto all’annuncio che un quarantenne torinese aveva pubblicato su Subito.it dopo essersi aggiudicato nell’aprile 2021 la gestione di un bar ristoro a Moretta. L’uomo cercava un cuoco e un cameriere; Z. G., rinviato a giudizio con l’accusa di truffa, si presentò come cuoco di grande esperienza, desideroso di iniziare questo nuovo lavoro. I due si incontrarono varie volte, da soli e nei locali del Comune che in qualità di ente appaltante aveva il diritto di valutare il personale da impiegare nell’impresa: “Mi fece una buona impressione – ha riferito in aula la vittima della truffa, costituita parte civile in giudizio – e iniziammo a parlare di quello che occorreva per iniziare l’attività. Lui ordinò un set di pentole e stoviglie su Internet e gli diedi in quell’occasione 850 in contanti per altri acquisti”. Dopo quel pagamento ce ne furono altri, fra contanti e ricariche sulla carta Postepay dell’imputato, per un totale di 1.860 euro: “Una volta gli feci una ricarica perché stava andando a Milano a comprare un abbattitore di temperatura. L’ultima volta che gli ho dato dei soldi è stato alla fine di settembre quando si rese disponibile a conservare il materiale perché i lavori non erano ancora finiti”. Dall’iniziale entusiasmo per il nuovo lavoro si passò però all’improvviso al rifiuto dell’offerta di impiego e poi a scomparire completamente, senza peraltro aver restituito la merce che si era reso disponibile a conservare: “Provai invano a farmi restituire la merce ma mi bloccò su tutti i contatti telefonici e Whatsapp”, ha concluso la parte offesa che dopo qualche settimana, inserendo una nuova offerta di lavoro sullo stesso sito, si imbatté nell’annuncio di Z. G. che si offriva come cuoco. Dalle indagini di Polizia sono emersi i vari precedenti dell’imputato per truffe e proprio per questo l’accusa al termine della propria discussione ha chiesto la condanna a nove mesi di reclusione e 500 euro di multa senza la concessione delle attenuanti. Una conclusione cui si è associata la parte civile che ha chiesto il risarcimento del danno subito. Il processo è stato rinviato al 10 luglio per ascoltare la difesa e per la sentenza.

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