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Domenica 22 dicembre 2024

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A processo per aver venduto macchinari mai consegnati

Un uomo milanese si era finto, nel 2019, rivenditore e manutentore di un'azienda per la quale non aveva mai lavorato

La Guida - A processo per aver venduto macchinari mai consegnati

Toghe di avvocati in aula di tribunale

Cuneo – Aveva utilizzato il biglietto da visita di un’azienda per la quale in realtà non aveva mai lavorato per fingersi rivenditore e manutentore di macchinari per la serigrafia e così era entrato in contatto con le due persone che nel giugno del 2019 cercavano macchinari per avviare la loro attività. Con i due soci della nascente impresa trattò la vendita di un certo numero di macchine, si fece consegnare 8mila euro di anticipo e poi sparì. In seguito alla denuncia delle due vittime della truffa l’uomo, B.G., milanese con vari precedenti specifici e ora in carcere a Milano, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa davanti al Tribunale di Cuneo. “Ci aveva offerto alcuni macchinari, la giostra serigrafia, l’incisore, il forno – ha riferito una dei due soci – ci sembrava un buon prezzo e abbiamo versato tre bonifici di circa 8mila euro come anticipo. Avrebbe dovuto consegnarli a luglio e ne avevamo bisogno perchè quello estivo è un periodo di grande lavoro e invece cominciò a inventare un sacco di scuse e non ci consegnò i macchinari”. La prima scusa fu che si era allagato il capannone dove erano conservati i macchinari e aveva chiamato un tecnico per ripulirli e verificarne il funzionamento; poi mandò la foto dall’ospedale dicendo che era stato male, infine fotografò i macchinari caricati su un camion che però a Cuneo non arrivò mai. Quando i due soci capirono che qualcosa non andava, verificarono le fatture che l’uomo aveva lasciato loro a fronte dei bonifici effettuati su un conto estero a San Marino e chiamarono l’azienda di cui era riportato il logo, “anche loro lo stavano cercando – ha riferito in aula la parte offesa costituita in giudizio – perchè aveva emesso anche altre fatture false spacciandosi per un loro dipendente”. Ad inizio procedimento però G.B. contattò la donna dicendo che non era la sua volontà danneggiarli, che voleva consegnare loro i macchinari, che preferiva pagare loro piuttosto che gli avvocati, ma intanto i macchinari non li consegnò comunque. In aula il maresciallo della Guardia di Finanza, a cui erano state delegate le indagini, ha confermato l’identità dell’uomo che ora si trova in carcere, riferendo dei numerosi precedenti di polizia a su carico in solvenza fraudolenta e per truffa, una delle quali identica a quella per cui ora è a giudizio. Il processo è stato rinviato al 20 luglio per la conclusione dell’istruttoria e la sentenza.

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