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Mercoledì 25 dicembre 2024

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Un pannello al Colletto di San Bartolomeo per ricordare l’attacco nazifascista nell’inverno del ’44

Inaugurato sabato 24 giugno dall'associazione partigiana Ignazio Vian-Centro culturale don Aldo Benevelli

La Guida - Un pannello al Colletto di San Bartolomeo per ricordare l’attacco nazifascista nell’inverno del ’44

Chiusa Pesio – L’associazione partigiana Ignazio Vian – Centro culturale don Aldo Benevelli di Cuneo ha inaugurato sabato 24 giugno il pannello informativo collocato in località  “Colletto” San Bartolomeo di Chiusa di Pesio. Il pannello ricorda l’attacco nazifascista dell’inverno 1944-1945 verso Bric Moriondo e Tetti Truna.

Il dovere di fare memoria

La presidente dell’associazione, Claudia Bergia  ha ricordato il dovere di “fare memoria della Resistenza per attualizzarne i valori di pace, giustizia e uguaglianza”. Il sindaco di Chiusa Pesio, Claudio Baudino, e il presidente del Parco Aree Protette Alpi Marittime, Piermario Giordano, hanno portato il saluto delle rispettve amministrazioni. Il professor Billò, dell’associazione partigiana, autore del pannello, ne ha letto il testo: “Circa un anno dopo la battaglia di Pasqua sopra Certosa di Pesio, nel febbraio-marzo del 1945 ci furono altri attacchi e contrattacchi di nazisti e brigatisti neri in VallePesio, nelle valli vicine e in pianura. Reparti repubblichini delle Divisioni Monte Rosa e Littorio tentarono più volte di risalire in Valle Pesio. Ripetutamente respinti, rastrellarono borgate e casolari e attaccarono nella zona del Colletto. Proprio qui al Colletto furono sorpresi da colpi di mitra e di moschetto sparati dai due soli uomini allora presenti: Luciano Bergia e un compagno convalescente. Accorsero poi in loro sostengo altri partigiani dai Tetti Mauri dove aveva sede la formazione comandata da Aldo Sacchetti. Ancora giorni drammatici di attacchi per i partigiani e per i civili, ma la Liberazione era ormai prossima”.

 

Luciano Bergia

Nel corso dell’inaugurazione è stata ricordata anche una breve biografia di Luciano Bergia, partigiano a 17 anni nelle formazioni “R” Rinnovamento: “Nato a Busca il  18 maggio 1926 da una famiglia povera, il papà carrettiere e la mamma che faceva lavori occasionali. Dei cinque figli tre muoiono piccolissimi. Restano Luciano e la sorellina Angela di 6 anni più giovane. Il papà di Luciano  aveva rifiutato la tessera del fascismo. In casa c’era sempre poco o nulla da mangiare. Luciano per aiutare la famiglia va a lavorare nei campi. A 17 anni consegue la licenza elementare per arruolarsi volontario in Marina. L’8 settembre lo sorprende a Lucca. Rientra a Busca e con alcuni amici decide di salire in montagna. Tra i partigiani della Valle Pesio prende il nome di battaglia “la Liana” perchè alto e magro. Dopo  la Battaglia di Pasqua del 1944 e il ritiro a Carnino in Valle Tanaro, viene dato l’ordine di disperdersi perchè una spia aveva tradito i partigiani. Luciano torna a casa ma anche a Busca i partigiani vengono traditi. Luciano scappa da una finestra sul retro ma dimentica sulla mensola del caminetto la rivoltella. La Madre se la nasconde in seno e  tenendo per mano la piccola Angela risponde ai fascisti di non avere più notizie del figlio da tanto tempo. Luciano raggiunge i partigiani nelle Valli Corsaglia e Ellero”.

Sentieri di libertà

L’iniziativa rientra nel progetto “Sentieri di Libertà”, opuscolo che riporta i pannelli informativi realizzati per promuovere gli itinerari della Resistenza nelle Valli Pesio ed Ellero, pubblicato  dall’Associazione Partigiana Ignazio Vian, con il sostegno della Federazione Italiana Volontari della Libertà e la collaborazione del Parco Naturale Marguareis, con materiale tratto dall’archivio personale di don Aldo Benevelli di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita.

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