“Il Parco è un’area protetta dove la conservazione dell’ambiente e della biodiversità è l’obiettivo prioritario. Per questo ci sono delle regole da osservare. Alcune sono aggiuntive rispetto ad altri territori, altre sono semplicemente più cogenti. Una di queste è l’obbligo della tenuta dei cani al guinzaglio”.
A ricordarlo è il Parco Naturale Alpi Marittime con un “appello” sul proprio sito.
“La prescrizione è valida non solo, come molti pensano, per le aree urbane ma anche nei luoghi aperti al pubblico – prosegue la nota – Lo prevedono la normativa nazionale e anche il regolamento del Parco che recentemente per andare incontro alle esigenze dei camminatori dal divieto quasi assoluto di introduzione dei domestici a quattro zampe ha previsto l’accesso al guinzaglio sui principali itinerari escursionisti. Un’apertura apprezzata, osservata dalla gran parte dei proprietari ma purtroppo non da tutti.
A questi rivolgiamo l’appello di rispettare il regolamento nell’interesse della natura ma anche del proprio animale.
Il motivo della nostra sollecitazione è che i cani possono arrecare disturbi alla fauna selvatica (camosci e stambecchi, marmotte e altri mammiferi o uccelli), con inseguimenti o tentativi di cattura (cause di forte stress per gli animali) e anche di uccisioni. C’è poi da tenere in conto le ragioni di tipo sanitario: i cani sono vettori di pericolose patologie per la fauna, alcune di queste sono anche delle zoonosi, cioè malattie che possono passare dall’animale all’Uomo.
Infatti, il bersaglio più debole per questi mali, per lo più di origine infettiva-virale, sono i carnivori selvatici, dai Mustelidi ai Canidi. Questo vuol dire che un cane domestico, anche uno di appartamento, può essere veicolo di infezioni che possono provocare gravi mortalità in tassi, ermellini, faine, volpi e anche lupi. E questo accade anche se i cani sono vaccinati, dal momento che alcuni lavori scientifici recenti hanno dimostrato il passaggio dei virus vaccinali, vivi anche se attenuati, dall’animale domestico ai piccoli mustelidi.
La più pericolosa di queste malattie, il cimurro, assai diffuso nei nostri cani, è addirittura causa di estinzione locale di alcune specie di carnivori protetti.
Questi sono i motivi, legati alla salute dei molti, piccoli e grandi, abitanti della montagna che traggono enormi benefìci non solo dalla protezione ma anche dall’attuazione e dal rispetto di questi semplici divieti.
Tenere al guinzaglio il cane è anche una forma di premura verso il nostro animale che allontanandosi potrebbe perdersi o essere predato.
Comprendiamo il desiderio di condividere con il proprio domestico la sensazione di libertà che offre la natura ma l’Ente deve tutelare la fauna selvatica e garantire la sicurezza dei visitatori, compiti che non possono essere eseguiti a prescindere dall’uso obbligatorio del guinzaglio per i cani.
L’elevato numero di cani che si concentra su determinati itinerari induce anche a suggerire ai proprietari di portare con sé paletta e sacchetto per la raccolta, analogamente a quanto viene fatto in città.
- Guarda la mappa con i percorsi consentiti ai cani nel Parco delle Alpi Marittime.
- Guarda la mappa con i percorsi consentiti ai cani nel Parco del Marguareis.
Si ricorda che nella Riserva naturale Crava Morozzo i cani – salvo quelli autorizzati – non possono entrare.
Nel Parc national du Mercantour, che si raggiunge arrivando ai colli transfrontalieri del Parco Alpi Marittime, è in vigore il divieto di introduzione di cani. In caso di violazione i guardiaparco francesi applicano la sanzione di 135 euro”.