Il compito che si assume Alfredo Philip e di riflesso questo suo libro è certamente importante e ricco ricordi evocati: “andare nel passato con una semplice fotografia”.
L’autore tiene però a precisare fin dal titolo che di “suggestioni” si tratta, di sicuro non di indagine antropologica sulla popolazione della Val Varaita a cavallo tra Ottocento e Novecento. Cosicché quella “missione” di svelamento della vita montana si colora non tanto di studio quanto di testimonianza, di raccolta di materiale da valorizzare a supporto di eventuali ulteriori approfondimenti futuri.
Un po’ come quella valigia che un giorno l’autore si trova davanti colma di fotografie. Un “archivio” personale che nel disordine apparente custodisce relazioni e ricordi di cui il proprietario è consapevole depositario. Ogni immagine è corredata sul retro di precise indicazioni atte a ricostruirne le coordinate cronologiche e umane.
Si stabilisce così una relazione scritta col soggetto, che soggiace al prodotto fotografico e lo identifica nel tempo e nello spazio. Permette anche all’autore di offrire per ognuna delle decine di fotografie i nomi e spesso anche le date dei soggetti rappresentati.
Riguardo ai nomi, ecco ritornare spesso l’appellativo “dando” o “barbo” assieme ai nomi propri. Sembra quasi che ci si trovi davanti a una comunità ampia, una famiglia allargata in cui tutti sono ricompresi in relazioni affettuose, seppur spesso riservate e discrete.
A ogni pagina si può ravvisare quindi il forte senso di comunità che riesce a non esprimersi solo nel fare festa o nel condividere esperienze lavorative lontane dal paese natale, come nelle due immagini dei giovani ambulanti a Nizza Marittima di inizio Novecento.
L’autore infatti coglie questo senso di appartenenza anche in particolari a prima vista superficiali o molto personali. Indossare l’abito tradizionale oggi è “banale folklore”, annota, ma ieri suggeriva esplicitamente “la consapevolezza di appartenere a una famiglia, un simbolo che indica la collocazione di ciascun componente all’interno di una comunità, portato con orgoglio e naturalezza”. Lo stesso sentimento si ravvisa ancora nei gesti come l’anziana coppia che festeggia i cinquant’anni di matrimonio salendo alla propria borgata di origine.
Non manca ovviamente la registrazione delle difficoltà del vivere: i lavori duri quando non l’assenza che costringe all’emigrazione, i piccoli pastori “affittati” o gli ambienti poveri, ma dignitosi dove le “comodità principali” sono le pareti intonacate e un comodino accanto al letto. La festa e il pensiero “positivo” controbilanciano queste realtà anche davanti alla morte.
SUGGESTIONI IN ALTA VAL VARAITA
di Alfredo Philip
Editrice Fusta
22 euro