In un mondo che spinge all’individualismo, al possesso fino allo sfruttamento, il mangiare è più di un’immagine. È esperienza di apertura, di condivisione, di attenzione all’altro, persino di fede.
L’invito a sedersi intorno a un tavolo di mons. Derio Olivero attinge a questa miriade di sfumature proprio come i sapori che si gustano. Il mangiare diventa “atto sacro” permeato di quello sguardo in profondità che vede oltre le apparenze.
Il libro poggia sul singolare connubio tra il sedersi e l’andare verso l’altro. Un gesto, che chiede e si dà calma, dialoga con l’alzarsi, il muoversi verso chi ci sta accanto. A prima vista una contraddizione di comportamenti, in realtà, dice il vescovo di Pinerolo, sintesi di gesti di concreta e sincera umanità.
Riflessioni che vanno centellinate. Come a tavola i piatti e i gusti hanno bisogno del loro tempo per essere presentati e apprezzati, così le sfumature che l’autore sottolinea vanno prese una per una, lasciate decantare nella mente, “gustate” senza fretta. Mons. Olivero infatti non si perde in giri di parole. Va all’essenziale con frasi incisive come quel pizzico di spezie che insaporisce il piatto.
È diretto fin dall’inizio: “si vive non solo di pane, ma anche di parole” e poco più avanti ribadisce il concetto “la bocca non serve solo per mangiare, ma anche per parlare”.
La parola dà senso alla tavola. Una parola che si fa dialogo, perciò lascia spazio all’altro, ascolto, perciò si fa attenta, esperienza di vicinanza e di comunità, perciò condivide.
La parola è lo strumento della relazione che è la dimensione umana del mangiare: “noi siamo relazione”. La necessità di cibarsi ha la stessa intensità del bisogno dell’incontro con l’altro.
Per questo mangiare in compagnia “non riempie di più la pancia. Eppure ha un sapore speciale, un’altra ricchezza”. E su questa prospettiva c’è una dimensione di impegno e serietà che il libro sottintende, perché la relazione è incontro con la diversità. Il dialogo si alimenta nella novità dell’altro che non coincide con la nostra, ma proprio questo si fa ricchezza.
Il mangiare si modula poi in altre sfumature: dalla festa alla giustizia sociale, dall’ecologia all’incontro culturale fino alla percezione del cibo come bellezza e dono, quindi al ringraziare. Di qui il passo verso l’esperienza di fede è breve, ma fondamentale. Mons. Olivero sceglie passi dei Vangeli o dipinti celebri. Li “spezza”, è il caso di dirlo, per farne risuonare i contenuti profondi e lasciarli quali ulteriore nutrimento spirituale al lettore.
Mons. Olivero dialoga con Carlo Petrini e il suo libro “Il gusto di cambiare” al cinema Lanteri martedì 13 giugno alle ore 20,45.
Il pane, il vino e la bellezza
Derio Olivero
San Paolo
18 euro