Giulio Fantone vive e lavora a Cuneo. Si è diplomato in Decorazione all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. È stato docente di Arte e Immagine. Fantone si colloca tra gli artisti della pittura mediale nata in Italia nei primi anni Novanta e teorizzata da Gabriele Perretta. Dal 1989, l’artista ha partecipato a numerose mostre personali (a Torino, in particolare presso la Galleria Guido Carbone e la Galleria Paolo Tonin, quindi a Saluzzo, Borgo San Dalmazzo, Carrù, Alassio, Rocca de’ Baldi, Beausoleil in Francia, Borgaro Torinese) e collettive in tutta la provincia e in Italia. Dipinge, come egli stesso ha dichiarato, “figure di giocattoli”, che “servono ad un mascheramento, ad un gioco. Quello delle aspettative della vita, protesa verso la speranza”. Da oltre un ventennio, Fantone reinventa la realtà e il suo statuto di innocente illusorietà, di ludico intrattenimento e di apparente spensieratezza, trasformandola in racconti per immagini in trompe l’oeil. In essi, i protagonisti sono i soggetti più diversi della quotidiana esperienza visiva, apparentemente sereni e coloratissimi, ma nei quali, in sotto traccia, si nascondono i disagi e giacciono latenti gli impulsi al male.
“Giulio Fantone reinventa la realtà, dice Maria Silvia Caffari – trattenendo nella dimensione del piano la tridimensionalità, le figure di giocattoli servono allo scopo di un mascheramento, di un gioco appunto, quello delle aspettative della vita, tutta protesa verso la speranza e sempre a dover fare i conti con l’orco delle favole. Pinocchi dalle forme tradizionali, in un groviglio fantasmagorico di disordini infantili, con proprie pretese di giocare senza doverne pagare il biglietto all’entrata nel paeletturese delle meraviglie; file di elefantini, senza fine che procedono nei sogni cercando un appiglio di leggerezza alle loro pesantezze; e meravigliose boules che inducono a credere nella possibilità di attraversare illusorie pareti di vetro, mentre resta la voglia di girare la palla di vetro per vederne scendere neve in ogni stagione”.
La sua arte riprende e reinterpreta, così, le storie di Pinocchio e il tema delle “Boules de Neige”, trattenendo nella dimensione del piano la tridimensionalità di molteplici oggetti, oltre ai giocattoli, stoviglie, macchine, flaconi di profumo, marionette, carri armati, imbarcazioni e poi animali, fiori, biscotti, riproduzioni di opere artistiche e così via. Un mondo a forti tinte, quello dei dipinti-collages di Fantone, osservato attraverso la trasparenza di pareti fittizie di vetro, sulle quali il materiale fiabesco si cristallizza e si mette in mostra.
“In Giulio Fantone – scrive Ida Isoardi – il dipingere si pone anche al livello di vera artigianalità della quale viene esaltato il paziente lavoro analitico, la consumata perizia costruttiva. Ne risulta un mondo bambino e ironico insieme, popolato di strani balocchi viaggianti al ritmo della diretta e indifferenti alla dustinzione tra realtà e fiction”.