Limone Piemonte – Venne travolto dai pannelli che servivano a costruire i casseri per la gettata di calcestruzzo in un cantiere edile di Limone Piemonte; tre giorni dopo quell’incidente avvenuto il 26 febbraio del 2020, Bashkim Toska, operaio 59enne di origine albanese, perse la vita e per quell’incidente mortale era stato chiesto il rinvio a giudizio per sette persone, tra operai e responsabili delle ditte che avevano in gestione l’appalto. A settembre tre di questi, F.B. socio amministratore della Edil 2014, A.B. operaio della Edil 2014 e J.K. rappresentante legale della ditta Kovakaj che aveva in subappalto alcuni lavori in muratura, hanno chiesto il rito abbreviato e il Gup Cristina Gaveglio li ha condannati rispettivamente a 2 anni e 4 mesi, 1 anno e 4 mesi e 2 anni di reclusione. Degli altri quattro indagati, uno è stato prosciolto e tre hanno scelto il rito ordinario in corso di svolgimento davanti al giudice Marco Toscano. Si tratta dell’ingegnere R.C. in qualità di responsabile dei lavori per la sicurezza e di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione della società committente Limo-one srl, F.S. capo commessa e coordinatore della Fantino Costruzioni che aveva in appalto il cantiere per la realizzazione di villette e A.K. legale rappresentante della ditta Edil 2014. Al processo sono costituiti parti civili la moglie e i figli della vittima, risarciti con una provvisionale di 115mila euro, e uno dei cinque fratelli di Bashkim. Secondo l’accusa quel giorno c’erano folate di vento forte e quei pannelli costruiti a ridosso di un pendio scosceso non erano stati puntellati adeguatamente per resistere in modo stabile. Quando Bashkim Toska, impiegato da pochi mesi presso la ditta Kovakaj, passò vicino ai pannelli per prendere del materiale, quelli gli caddero addosso. Secondo il responsabile dello Spresal che intervenne sul luogo dell’incidente quei pannelli che dovevano formare il cassero erano puntellati con due asticelle di legno bloccate a terra con blocchetti di legno di pochi centimetri, troppo poco per sostenere in sicurezza una struttura di pannelli di 9 metri di lunghezza per 3 metri di altezza. I puntelli avrebbero dovuto essere per lo meno 4 o 5 e la ditta avrebbe dovuto seguire un’altra procedura per tirare su i pannelli in quelle condizioni di poco spazio, “stavano posizionando il pannello a ridosso del pendio – ha riferito in aula il dott. Grasso dello Spresal – mentre avrebbero dovuto mettere quello esterno che poteva essere puntellato meglio e poi inserire il pannello retrostante agganciandolo all’altro”. I carabinieri riferirono che quel giorno gli impianti di Limone erano stati chiusi per vento forte, dato confermato dai dati Arpa rilevati a Boves. Alla prossima udienza fissata il 7 luglio si svolgerà il confronto fra i periti di parte.