Cuneo – Aveva bisogno di un finanziamento di 7.500 euro per una ristrutturazione e in internet aveva trovato il sito di una finanziaria che le avrebbe dato diecimila euro al tasso del 2%. Sembrava una proposta vantaggiosa, così come seria e professionale le sembrò la persona che si era presentata come un avvocato romano il quale le inviò per posta elettronica tutta la documentazione necessaria ad attivare la pratica. Per far partire il prestito era però necessario un versamento di 250 euro, e poi un altro e un altro ancora fino alla richiesta di 1100 euro per sbloccare l’arrivo dei soldi da una banca francese, “la pratica iniziò ad ottobre del 2019 – ha riferito in aula la 28enne vittima della truffa – e ai primi di dicembre dopo aver versato 4.000 euro senza ricevere il prestito mi rivolsi alla polizia per denunciare il fatto”.
I soldi erano finiti sulle carte postepay di due donne, S.A., albanese, e D.S.M., di Trapani, che il sedicente avvocato aveva presentato alla parte offesa come due colleghe e che essendo le beneficiarie dei versamenti, sono finite sul banco degli imputati con l’accusa di truffa. “Per ogni versamento avevano fissato delle scadenze – ha proseguito nel suo racconto la giovane – passate le quali l’importo da versare sarebbe aumentato. Mi ero fidata perché mi avevano mandato per posta elettronica tutta la documentazione della banca francese, con la carta intestata dell’avvocato romano. Sembravano credibili. Quando poi dissi che non avrei più versato niente, ricevetti una chiamata da una persona con accento straniero che cercò di convincermi a fare un ultimo versamento. Io dissi che mi ero rivolta alla Polizia”. Dopo qualche tempo ricevetti un’altra proposta di finanziamento da questo sito. Forse si erano dimenticati che li avevo denunciati”. Con le due imputate la vittima della truffa non aveva mai parlato e in seguito alla denuncia non era stata risarcita. Il processo è stato rinviato al 19 febbraio del 2024 per ascoltare i testi della difesa e la deposizione di una delle due imputate.