Trieste, un miraggio con le sue luci, la sua bellezza così lontana per folle di migranti che hanno percorso centinaia di chilometri e ora approdano a un nuovo confine da superare. La linea di confine è sulle colline sopra la città: “Se lo attraversi a piedi di notte le luci della città brillano nel mare. Può sembrare l’avverarsi di un sogno. O l’inizio di un incubo”. È il palcoscenico dell’ultimo film della rassegna Fatti di pace, evento di riflessione organizzato nel cammino verso la Carovana della pace di settembre.
Attraverso un montaggio di testimonianze orali, filmati d’archivio e riprese dei cellulari degli stessi protagonisti il documentario ricostruisce non tanto il lungo cammino che dalla Turchia porta i migranti sul confine italiano, quanto il momento cruciale del passaggio nel nostro paese. Ancora una volta non hanno in mano nessuna certezza. Sono in balia di trafficanti, delle leggi e delle stesse autorità di confine. Sono storie di uomini e di speranze a cui si lascia la parola e lo schermo.
I registi definiscono il documentario come “un film sul confine instabile e confuso tra sicurezza e diritto, dove la gara tra governi europei alla riduzione dei numeri spinge le autorità a inventare procedure nuove, sfidando i limiti costituzionali e creando tensioni tra i diversi poteri dello Stato”. Le “riammissioni informali” sono al centro dell’intero film. Condannate dal Tribunale di Roma nel gennaio 2021, proseguono con un evidente schizofrenia all’interno dell’apparato statale. I respingimenti riconsegnano alla polizia croata. Per il migrante, sottolineano i registi, è un ulteriore violenza, questa volta psicologica, che genera un’insicurezza generale: uomini abbandonati alla volontà di altri.
“Trieste è bella di notte” è al Lanteri giovedì 1 giugno alle ore 20,45 con ingresso libero.