Mondovì – Sta per concludersi al tribunale di Cuneo il processo per omicidio stradale a carico di Z. A. E., il conducente dell’autocarro contro il quale si andò a schiantare la Fiat Panda condotta dal 72enne Arrigo Sergio, che perse la vita. Il giorno dell’incidente, intorno alle 15, i veicoli viaggiavano sulla statale 28, l’autocarro proveniva da Lesegno ed era diretto verso San Michele Mondovì, mentre la Fiat viaggiava in direzione opposta. In un tratto rettilineo, costeggiato su entrambi i lati da un muretto, la Fiat sterzò nella corsia dove viaggiava l’autocarro che provò una manovra disperata verso destra, non riuscendo però a evitare l’urto con l’auto. In seguito ai rilievi sulla velocità del mezzo pesante, risultò che Z. A. E. viaggiava a una velocità media di circa 70 km orari in un tratto di strada in cui pochi mesi prima era stato ridotto il limite massimo di velocità da 70 a 50 km orari; per questo superamento del limite massimo di velocità l’uomo è stato rinviato a giudizio. Dalla perizia medico-legale è però emerso che la vittima aveva effettuato quella brusca sterzata sulla corsia opposta in seguito a un malore; non è stato possibile stabilire se al momento dell’impatto fosse già morto. Entrambi i periti di accusa e difesa, chiamati a esporre in contraddittorio le rispettive conclusioni, hanno concordato che anche se l’autocarro fosse andato a un velocità inferiore, l’auto avrebbe proseguito la sua corsa verso la carreggiata opposta andando a urtare l’altro veicolo sul parafango anteriore destro anziché su quello sinistro o forse sul muretto che costeggiava la carreggiata, in ogni caso mantenendo la propria velocità, con lo stesso esito mortale. A conclusione dell’istruttoria è stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione per l’imputato, richiesta cui si è associata la difesa sottolineando ancora una volta quanto emerso dalle due perizie e cioè che in caso di urto fra due mezzi in movimento si verifica un effetto rimbalzo che fa da compensazione mentre nel caso di un urto contro un ostacolo fermo, tutta l’energia della Fiat si sarebbe dissipata contro il muretto o contro l’autocarro fermo, in ogni caso con lo stesso esito mortale. Il giudice ha rinviato l’udienza al 7 luglio per il dispositivo.