Negli scorci di campagna rivivono i valori forti delle radici

Nel 2016 ci ha lasciato il pittore buschese di nascita ma cuneese d’adozione Luciano Delfino. Il pittore degli scorci di campagna, di scene bucoliche, di paesaggi naturali, degli animali e delle espressioni della fede popolare, si è spento dopo una malattia e dopo aver esposto fino all’ultimo.

Luciano Delfino era nato nel 1954 a San Chiaffredo di Busca, ma da sempre ha vissuto e operato nel centro storico di Cuneo. Autodidatta inizia ad aver confidenza con i pennelli fin da bambino, e la costanza e la buona volontà lo hanno spinto a continuare cogliendo l’esperienza paesaggistica dell’Ottocento. La sua prima personale è del 1978 a Palazzo San Giulia di Fossano presentato da Carlo Morra, ed è dello stesso anno la prima collettiva nella Sala delle Colonne a Cuneo. Da quel momento espone in mostre personali e collettive in provincia e non solo: Sanremo, Casale Monferrato, Firenze, Torino, Mondovì, Spoleto, Savigliano, Milano. Ottiene premi e riconoscimenti. I dipinti di Delfino, siano essi paesaggi, nature morte, fiori, denotano un attento studio del colore e della composizione, un’armonia d’insieme frutto di un’intima rielaborazione delle immagini e dei colori della natura. Le sue opere, i poggi, i filari delle vigne, le case, i fiori, le processioni, rilevano il suo legame profondo con la campagna e la collina e con tutto quello che è popolare, della terra in cui vive, e raccontano delle sue speranze e delle sue emozioni, del suo mondo interiore fatto di gentilezza, pacatezza e di luce, che si manifestano nel colori nitidi e splendenti con una pennellata energica e una vasta gamma di sfumature. Scriveva Miche Berra: “Negli scorsi di campagna vivono timbri di colore che sommuovono alle radici l’inerzia fredda del vero, evitando l’insidia della lucidità specchiata delle cartoline illustrate. Un’arte insomma, dove giocano un ruolo importante il sentimento e la spontaneità, sovente intrisi di felici intuizioni”.

“Il suo mondo resta quello della terra in cui vive. Il tutto coIto con un certo sapore ingenuo (ma non di stampo naif), misurato nel taglio e con predilezione per il piccolo formato, dove anche si esprime nel modo più genuino, fresco ed immediato” scrive Carlo Morra. E Remigio Bertolino aggiunge “Egli raggiunge quell’armonia di forma e di luce quell’equilibrio sottile che fa lievitare la realtà di una nuova dimensione. Sono soprattutto le nevi, il mondo fiabeschi dell’inverno a suscitare le emozioni più profonde. Nevi intrise di sole; raggiere di luce piovono da arabeschi di rami e indorano il lenzuolo bianco del sottobosco; lunghe campiture si distendono in spazi di silenzi alabastrini; file d’alberi spogli tracciano aeree prospettive o fanno da quinte al magico spettacolo”.

Moltre le mostre personali che ha proposto a Cherasco Chiesa di San Gregorio nel 2007, a Boves nell’ Ex confraternita di Santa Croce nel 2010, nella Sala Mostre Della Provincia di Cuneo nel 2014, e l’ultima da lui voluta ma poi curata già dagli eredi nella chiesa San Giuseppe Alba nel 2016. A seguire gli eredi hanno ancora esposto sue opere con l’Associazione Culturale 42 – Dont’t Panic 2018 e Arte in piazza a Cuneo nel 2018.