Borgo San Dalmazzo – Sì al teleriscaldamento, ma la centrale per la produzione dell’acqua calda va spostata in prossimità degli impianti Acsr.
È quanto sostengono i consiglieri del gruppo di minoranza “Borgo per tutti” (Pierpaolo Varrone, Luca Basteris, Luisa Giorda) che in un comunicato anticipano la posizione che esprimeranno in consiglio comunale.
Il progetto per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento è stato presentato nelle scorse settimane dalla società Edison Next che prevede di costruire la centrale nell’area artigianale di via Don Minzoni. E’ stato esaminato l’11 maggio dalle commissioni ambiente e urbanistica e a giugno verrà discusso dal consiglio comunale (i dettagli del progetto su La Guida del 25 maggio).
Di seguito il comunicato di “Borgo per tutti”.
“Il teleriscaldamento, in termini generali, costituisce un’opportunità con benefici relativi al minor impatto ambientale ed al risparmio energetico. L’impianto di teleriscaldamento proposto per Borgo San Dalmazzo, positivo in termini assoluti, rivela nel concreto una serie di criticità ed incoerenze che rischiano di penalizzare fortemente i cittadini di Borgo san Dalmazzo sia dal punto di vista economico che da quello ambientale.
Il primo grande problema è legato alla localizzazione: la possibile nuova centrale dovrebbe sorgere all’interno dell’area artigianale di Via Don Minzoni. Questa collocazione impedisce possibili sinergie positive:
– non consente il controllo sui costi del combustibile gas metano;
– non ottiene la riduzione delle emissioni di CO2 da combustibile fossile;
– rischia di dover trasportare biometano sugli autotreni, cosa inopportuna.
Diverso valore infatti avrebbe la realizzazione del teleriscaldamento a Borgo San Dalmazzo se la centrale venisse realizzata in prossimità degli impianti Acsr.
La centrale potrebbe facilmente utilizzare il biometano naturale prodotto dall’impianto pubblico di biodigestione di Borgo, che tratterà i rifiuti di scarto della cucina, senza pagare oneri di sistema o senza trasportarlo sugli autotreni, con ricadute positive sui costi del riscaldamento e sull’ambiente.
La stessa Edison lo riconosce come il più adatto a sostituire i combustibili fossili. Questo permetterebbe anche al Comune di controllare i costi del combustibile e di non dover sottostare a logiche speculative del mercato come per il metano fossile.
Purtroppo tutti sappiamo che queste possibili sinergie sono rese impraticabili dall’opposizione dell’Amministrazione comunale alla realizzazione del biodigestore presso l’Acsr.
Al contrario la proposta avvallata dall’Amministrazione Comunale di realizzare la centrale per il teleriscaldamento slegata da ogni integrazione tra gli impianti di produzione di energia rinnovabile, solleva alcune criticità.
- Lega i futuri clienti della centrale all’utilizzo di metano fossile ed ai relativi costi di mercato, magari leggermente scontato, ma il cui importo non è regolato ed è continuamente oscillante (si pensi a questi ultimi mesi quando il prezzo del gas metano è aumentato fino a triplicare).
- L’impianto, nel progetto proposto, continua ad essere una fonte di emissione inquinante per l’ambiente e climalterante, pur se più virtuoso delle singole caldaie.
- Non abbatte le emissioni di CO2 così tanto come sarebbe possibile usando il biometano (un ulteriore 50%)
- Non consente sinergie tra gli impianti di teleriscaldamento e biodigestione, in termini di scambio di combustibile e calore, privando la città e il Comune di ulteriori ricadute positive.
Questi limiti non sono accettabili nel caso di Borgo San Dalmazzo perché esiste, come detto, una soluzione che li eliminerebbe in toto o in gran parte.
La stessa Edison dichiara quale proprio scopo aziendale quello di sviluppare, realizzare e gestire impianti di produzione di biometano a partire dal trattamento dell’organico dei rifiuti solidi urbani. Un modo, dice la stessa azienda, per “gestire in modo intelligente il problema dei rifiuti”.
Da un punto di vista amministrativo tutto ciò evidenzia una grande confusione di intenti e conseguente inefficacia delle azioni che dovrebbero concorrere alla tutela ed al miglioramento dell’ambiente.
L’avallo alla realizzazione di una centrale per il teleriscaldamento che per una parte significativa utilizzerà combustibile di origine fossile disconnessa, è in contrasto con la volontà di ostacolare l’utilizzo di fonti rinnovabili prodotte dalla raccolta differenziata dei cittadini di Borgo San Dalmazzo e della provincia di Cuneo.
Così come contraddittoria è la condotta ostinata che vuole impedire a tutti i costi (anche con ricorsi legali i cui profili hanno i caratteri della temerarietà) la realizzazione del biodigestore considerato unanimemente una fonte di energia rinnovabile, anche contro gli interessi pubblici rappresentati da una società di cui il Comune stesso fa parte.
E’ contraddittorio l’atteggiamento evanescente dimostrato nei confronti della realizzazione del parco fotovoltaico a impatto ambientale nullo, produttore di energia infinitamente rinnovabile proposto dalla società Italgen.
La proposta del gruppo consiliare “Borgo per tutti” è che si abbandonino le contrapposizioni preconcette e si lavori per integrare tra loro le produzioni delle energie rinnovabili. Si migliorerebbe così l’efficienza di entrambi gli impianti con grande beneficio per i cittadini.
L’integrazione tra gli impianti di biodigestione degli scarti da cucina e la centrale di teleriscaldamento consentirebbe di ottenere il controllo sui costi del combustibile gas metano; permetterebbe la riduzione delle emissioni di CO2 da combustibile fossile; otterrebbe di utilizzare parte del calore prodotto ed infine di garantirebbe la riduzione dei costi delle fatture dei cittadini”.
I consiglieri di “Borgo per tutti” hanno anche presentato una mozione per chiedere che nel prossimo consiglio comunale venga riaperta la discussione sul progetto di un parco fotovoltaico nell’area Italgen-Italcementi.