Cuneo – Con l’intesa raggiunta nella giornata di giovedì 25 maggio, con l’azienda subentrante Iscot, si sono concluse le procedure di cambio di appalto di tutte le lavoratrici e i lavoratori impegnati nella logistica sul sito Michelin Cuneo. Un’operazione che ha coinvolto 122 lavoratori.
La delegazione trattante della Cgil, composta dai rappresentanti delle categorie Filcams Cgil, Filt Cgil, in coerenza con la prima operazione di marzo, ha incentrato anche questa seconda trattativa su due obiettivi prioritari: la salvaguardia dell’occupazione e il mantenimento di adeguate condizioni contrattuali.
“Questi cambi d’appalto presentavano la difficoltà di vedere interessati dipendenti con contratti di lavoro diversi – Ivano Esposto, segretario generale della Filt Cgil Cuneo -. Le trattative hanno raggiunto due obiettivi per noi indispensabili: la difesa dei livelli occupazionali e l’applicazione a tutti i lavoratori, coinvolti nel cambio appalto e per coloro che verranno assunti in futuro, dei Ccnl azionali di riferimento per i due settori di attività presenti: Ccnl Merci e Logistica che vede a oggi interessati 72 dipendenti impegnati nella movimentazione (di cui 25 hanno visto migliorare le proprie condizioni con il passaggio al nuovo Ccnl) e Cccnl Multiservizi per i 50 dipendenti impegnati nelle pulizie. Inoltre si sono confermate e migliorate per molti le condizioni precedentemente riconosciute.
Si sta parlando anche di contrattazione inclusiva. “In questo caso vuol dire che tutte le lavoratrici e i lavoratori impegnati nell’appalto si sentano tutelati e difesi dal sindacato, al di là del loro contratto di lavoro – continua Esposto -. Il sindacato deve unire le persone e vincere quel senso di solitudine che la precarietà ha diffuso tra le lavoratrici e i lavoratori. I fatti dimostrano che è possibile fare buona contrattazione inclusiva. Serve avere un rapporto di fiducia tra sindacato e lavoratori rappresentati, obiettivi chiari e una committenza attenta alle condizioni di lavoro di tutti i dipendenti coinvolti sul sito, siano essi lavoratori alle dirette dipendenze, in questo caso, di Michelin o delle azienda appaltatrici.
Secondo il sindacato l’operazione Michelin potrebbe diventare un esempio per affrontare cambi di appalto in altri siti produttivi. “Ma il metodo per funzionare deve vedere un cambio di approccio da parte delle committenze private e pubbliche – Edmondo Arcuri, segretario generale della Filcams Cgil Cuneo -. Non si può continuare a pensare che la produttività delle aziende venga ricercata contraendo indiscriminatamente i costi degli appalti. Dietro a ogni appalto ci sono delle persone in carne e ossa che vanno tutelate e difese nei loro diritti esattamente come i dipendenti diretti delle imprese committenti. Viviamo in una provincia ricca. Nonostante questo non mancano fenomeni di sfruttamento e di lavoro povero. Il vero male del mondo del lavoro si chiama precarietà: condizione che si traduce in salari bassi, in meno sicurezza nei luoghi di lavoro e in mancanza di futuro e speranza per le persone. La precarietà va eliminata e noi continueremo la nostra battaglia perché ciò accada. Tutti hanno diritti a un lavoro dignitoso e a una giusta paga”.