Cuneo – Un progetto sbagliato, inconcepibile, quello del Tenda, ma realizzato con la responsabilità degli enti territoriali che al momento opportuno non si sono battuti per cambiarlo.
È l’estrema sintesi dell’intervento di oggi (25 maggio), al convegno celebrativo del 150° dell’avvio dei lavori del Tenda storico, di Sebastiano Pelizza, professore emerito del Politecnico di Torino, tra i massimi esperti di trafori in Europa e membro dell’Accademia delle Scienze di Torino.
L’incontro, nel Centro convegni della Provincia, era organizzato da Geam (Associazione Georisorse e Ambiente) con il patrocinio del Politecnico di Torino e della Provincia di Cuneo e la collaborazione di Aci Cuneo.
Le dichiarazioni di Pelizza hanno confermato quanto da anni scriviamo su La Guida (leggi, per esempio, qui il servizio sul numero scorso del settimanale) sia sulla scelta progettuale sia sui tempi di apertura al transito.
“Se i lavori di scavo della canna finiranno tra qualche giorno – ha detto Pelizza – poi bisognerà attrezzarla e costruire il viadotto sul Vallone della Cà”. E quindi? “Ci vorrà presumibilmente ancora circa un anno per l’apertura il transito”.
Chi sull’opera ha un minimo di memoria storica ricorderà le battaglie delle associazioni ambientaliste e di qualche comune per conservare il vecchio traforo proponendo l’allargamento di poco più di un metro del Tenda bis che avrebbe consentito il doppio senso di marcia.
Pelizza è intervenuto anche su questo: “È un grande errore l’allargamento della vecchia canna perché si distruggerà un’opera di valore mondiale: costruita 150 anni fa, fu la prima galleria stradale montana al mondo e la più lunga al tempo. Potevamo tenercela per fare turismo”.
E adesso cosa si può fare? “Amen, ormai il progetto va realizzato, ma bisogna farlo nel minor tempo possibile per non danneggiare ulteriormente i territori”, conclude Pelizza (al centro, con il bastone, nella foto di gruppo nel nuovo Tenda).