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Giovedì 28 marzo 2024

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Treno deragliato per la caduta del braccio di una gru: assolti

L'incidente ferroviario avvenne il 27 aprile 2018 sulla linea Torino-Savona, per manovre con pesanti pannelli di calcestruzzo

La Guida - Treno deragliato per la caduta del braccio di una gru: assolti

Cuneo – Sono stati assolti dall’accusa di disastro colposo i due titolari del terreno adiacente la linea ferroviaria Torino-Savona dove, il 27 aprile 2018 si verificò il ribaltamento del braccio di una gru (proprietà della ditta Edil Giara) che cadde proprio sui binari mentre transitava il treno regionale veloce 10130, provocandone il deragliamento. https://laguida.it/wp-admin/post.php?post=18589&action=edit

Il responsabile materiale dell’incidente era il titolare della ditta edile che quel giorno stava sistemando pannelli di calcestruzzo all’interno del terreno: durante una di queste manovre la gru perse il carico e si ribaltò sul binario colpendo il locomotore che deragliò per circa 500 metri. Nell’urto rimasero ferite una decine di persone, furono danneggiate due carrozze passeggeri, la carrozza semipilota e la locomotrice per un danno complessivo che il consulente tecnico di Trenitalia aveva quantificato in 1.446.000 euro. Oltre al responsabile della ditta Edil Giara – che aveva subito patteggiato una pena di un anno e quattro mesi di reclusione – erano stati chiamati a rispondere dell’accusa di disastro colposo anche i due titolari della ditta Asfalti Savigliano, in quanto proprietari del terreno che la ditta edile utilizzava in comodato d’uso in base ad un accordo verbale da circa dieci anni. Chiamato a testimoniare al processo, il responsabile della Edil Giara aveva riferito di aver preso in comodato d’uso quel terreno che usava come magazzino in quanto proprio vicino alla sede della sua ditta. Circa dieci anni prima si era accordato con il geometra che lavorava per la Asfalti Savigliano e che lui pensava fosse un socio di quell’azienda, ma che non aveva mai parlato con i due titolari. Quella era la prima volta che stoccava materiali così pesanti nel terreno e non sapeva che avrebbe dovuto chiedere un’autorizzazione preventiva a Rfi. Una spiegazione che secondo l’accusa non era sufficiente a scaricare dalle proprie responsabilità i due imputati che invece erano a conoscenza dell’utilizzo che l’impresa edile faceva di quel terreno e sapevano anche che per qualsiasi lavoro da svolgere nei pressi della linea ferroviaria era necessaria l’autorizzazione di Rfi, a maggior ragione se questi lavori prevedevano l’utilizzo di gru o ponteggi; per questo motivo a conclusione dell’istruttoria ne aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. A questa richiesta si era associata la parte civile con la richiesta di risarcimento di 1.450.000 euro. La difesa aveva invece chiesto l’assoluzione dei due imputati che non avevano mai trattato personalmente con il titolare della ditta edile e non avrebbero potuto esercitare alcuna vigilanza dal momento che l’incidente avvenne lo stesso giorno in cui erano stati portati su quel terreno i blocchi di calcestruzzo. Una tesi accolta dal collegio dei giudici che ha assolto i due titolari della ditta Asfalti Savigliano per insussistenza del fatto e ha stabilito il non luogo a procedere in merito all’accusa di lesioni ai danni di una passeggera del treno che nel frattempo era stata integralmente risarcita e aveva rimesso la querela.

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