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Venerdì 22 novembre 2024

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Peste suina africana, si cerca di coinvolgere sempre più i cacciatori

Per abbattere i cinghiali e per garantire biosicurezza, in modo da contrastare la diffusione del virus e i rischi per gli allevamenti suinicoli

La Guida - Peste suina africana, si cerca di coinvolgere sempre più i cacciatori

Cuneo – Contro la peste suina africana (Psa) la Provincia coinvolge i cacciatori, già formati per abbattere i cinghiali e per garantire biosicurezza, in modo da organizzare interventi sul territorio, per contrastare la diffusione. Dal gennaio scorso a oggi i casi di carcasse di cinghiali infette alla Psa sono passati da 223 a oltre 700: nell’aggiornamento di ieri (domenica 21 maggio) dell’Istituto Zooprofilattico, il totale è salito a 721, cinque in più rispetto all’aggiornamento precedente (segnalati in Liguria dove il totale cresce a 300; rimane invece stabile a 421 il numero dei casi totali in Piemonte).
Alcuni Comuni della provincia di Cuneo, confinanti con la zona infetta, sono già stati posti in zona di restrizione 1 ed il Comune di Saliceto in zona di restrizione 2 (zona “infetta”), con le limitazioni all’attività venatoria e ad altre attività ludiche ed imprenditoriali, previste dall’ordinanza 2/2023 del Commissario straordinario Psa. Se altri Comuni dovessero passare in zona 2 per il diffondersi del contagio l’impatto su molte attività produttive ed in particolare sul comparto suinicolo provinciale potrebbe essere notevole, bloccando di fatto l’attività venatoria nei territori interessati per molti anni, fino al completo esaurimento dell’epidemia.
Nel tentativo di arginare i problemi determinati dal proliferare della fauna selvatica ed in particolare dei cinghiali, il legislatore ha recentemente individuato nei cacciatori iscritti negli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) e nei Comprensori Alpini (Ca) i soggetti adatti per l’abbattimento della fauna selvatica, attività svolta ovviamente in modo volontario e nelle Province (ed altri enti) i soggetti che coordinano gli interventi.
Per sostenere in parte le spese dei volontari e incrementare il numero di capi abbattuti, il consiglio provinciale ha adottato un apposito Regolamento che dispone un compenso parziale e forfettario ai soggetti con i requisiti richiesti dal Piano Regionale di Interventi Urgenti (Priu) per il controllo della Psa e dal Piano provinciale di controllo per il contenimento dei cinghiali. I compensi previsti nel Regolamento sono calcolati sulla base dell’attività di collaborazione svolta, considerando l’unità temporale minima della “giornata” come base di calcolo, la cui durata complessiva non deve eccedere le 24 ore, conteggiate dal momento dell’inizio dell’attività. Il compenso sarà riconosciuto con cadenza trimestrale e varia da un minimo di 25 euro per le attività di monitoraggio coordinate dalla Provincia ad un massimo di 150 euro per gli interventi collettivi con squadre di cacciatori, a condizione che siano abbattuti tre o più capi di cinghiale. Sono esclusi dal compenso gli interventi dei proprietari o conduttori di fondi in possesso di licenza di porto di fucile ad uso caccia che effettuano interventi urgenti sui propri fondi (autodifesa).
Per poter effettuare interventi collettivi di controllo del cinghiale, con squadre di almeno 5 operatori, è necessario aver seguito, oltre ai corsi sulla biosicurezza per la Psa, anche i corsi di formazione previsti dal Priu. Considerato che diversi Atc, Ca e Associazioni venatorie hanno già organizzato tali corsi, si invitano i cacciatori formati a prendere contatto con la Provincia di Cuneo per organizzare interventi singoli o collettivi, con squadre di cacciatori, per gli abbattimenti dei cinghiali. I cacciatori che operano singolarmente o i capi squadra potranno contattare la Polizia Locale Faunistico Ambientale della Provincia di Cuneo scrivendo alla mail ufficio.vigilanza@provincia.cuneo.it oppure telefonando al numero 0171-445254.

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