Fossano – Neppure la pioggia ha fermato la grande partecipazione ieri, sabato 20 maggio, alla sede dell’Istituto salesiano di Fossano dell’incontro “Lo stile di Don Bosco nel fare impresa” organizzato dal Cnos Fap Regione Piemonte e dai Salesiani del Piemonte. Un incontro che aveva l’obiettivo di risvegliare i valori ricevuti dallo stile di Don Bosco, confrontarsi su come sono maturati, con uno sguardo ai giovani e al loro futuro lavorativo. A discuterne insieme Marco Costamagna amministratore delegato della Biemmedue spa di Cherasco, Giuseppe Piumatti, presidente di Bra Servizi Gruppo Piumatti, l’ingegnere Matteo Astesano e Livio Bertola presidente ed amministratore delegato.della Bertola srl e anche presidente Aipec, l’associazione di imprenditori, professionisti, aziende che intendono porre come valore aggiunto del proprio modo di lavorare nel mercato nazionale e internazionale, la cultura del dare. spirandoci, dunque, ai principi dell’Economia di Comunione
“Bisogna essere sempre pronti. E per essere sempre pronti bisogna crederci fino in fondo e seguire il proprio istinto, senza tralasciare lo studio né dimenticare i valori fondanti della vita, che sono quelli insegnati dalla famiglia e dall’istituzione scolastica”. È questo il messaggio che Giuseppe Piumatti ha voluto mandare ai numerosi giovani che hanno partecipato all’incontro. “Da ex allievo dei Salesiani, è stata una grande emozione per me partecipare a questo incontro e confrontarmi con i giovani che non sono solo il nostro futuro ma soprattutto il nostro presente. A loro dobbiamo dare l’esempio, il buon esempio, attraverso fatti concreti e ricordandogli sempre che tutto si basa su quei valori antichi ma sempre attuali che ci hanno insegnato i nostri genitori: correttezza, rispetto, serietà. Fondamentale è studiare, ma anche non temere i sacrifici e seguire sempre la propria inclinazione, alimentandola con professionalità e passione”.
Lo stile di Don Bosco
La storia e lo stile di San Giovanni Bosco era alla base del confronto. Nella metà del 1800, a Torino un sacerdote attento ai giovani, alle loro problematiche, alle loro vite, ai loro diritti, ai loro desideri, voleva occuparsi di educazione e di giovani e per questo rivoluzionò il sistema scolastico e lavorativo. Don Bosco volle arginare i danni dello sfruttamento minorile e lo fece attraverso nuovi contratti di apprendistato in cui tutelava i giovani lavoratori e attraverso la creazione di centri di formazione professionale. Si ostinò a coinvolgere quanti avevano potere sul presente e sul futuro in quella perfetta sintesi che furono i pilastri del metodo preventivo: ragione, religione e amorevolezza, partendo dai giovani per affermare che in ogni essere umano esiste un progetto di vita da far crescere. E allora si inventò le scuole professionali: lui che da giovane aveva dovuto imparare più di un mestiere per mantenersi gli studi, e le creò mettendo in campo giovani religiosi, coadiutori, professionisti, per far crescere le capacità lavorative e sociali di ogni singolo ragazzo. Inizia con tipografi, sarti, calzolai, falegnami e non si ferma più.