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Lunedì 4 novembre 2024

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Per latte e cereali un andamento in balia delle distorsioni sul mercato

Le difficoltà sono soprattutto sul fronte dei costi, dall’energia a mangimi e foraggi

La Guida - Per latte e cereali un andamento in balia delle distorsioni sul mercato

Cuneo – Il 2022 ha rappresentato ancora un’annata difficile per il comparto del latte vaccino. Così come per tutta la zootecnia pesa l’aumento vertiginoso e contestuale di più voci dei costi di produzione, dall’energia alle materie prime per l’alimentazione.

Negli allevamenti i rincari dell’energia si sono fatti sentire su mungitura, refrigerazione, raffrescamento e ventilazione. Per l’alimentazione degli animali, i livelli elevati su cui continuano ad attestarsi le quotazioni di mais e soia hanno inciso in maniera negativa sui costi; ne soffrono particolarmente gli allevamenti con un minor autoapprovvigionamento di materie prime.

A fine ottobre 2021 il prezzo del mais aveva raggiunto 277 euro a tonnellata, con un balzo del 57% rispetto allo stesso periodo 2020 (176 euro a tonnellata). A ottobre 2022 la Borsa merci di Torino ha rilevato lo stesso prodotto a 375 euro a tonnellata, vale a dire con un rincaro del 35% rispetto a dodici mesi prima e del 113% rispetto al 2020.

Sul fronte del mercato, il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori è progressivamente aumentato nel corso dell’annata, allineandosi con gli adeguamenti che si sono verificati a livello nazionale, in primis con la vicina Lombardia. Tuttavia, permane in molte situazioni il differenziale “storico” che, pure essendo ormai anacronistico, continua in alcuni contesti ad essere applicato.

I principali aumenti sono stati applicati ad aprile; in questi mesi servirà monitorare attentamente come si andrà ad assestare il comparto dopo che, nelle ultime tre annate, avevamo assistito a livello sia regionale sia nazionale a un progressivo aumento della produzione che aveva favorito anche una minore dipendenza dall’estero. Sarà perciò importante comprendere come il comparto lattiero-caseario piemontese saprà far fronte all’onda lunga degli aumenti dei costi.

Per quanto riguarda invece i cereali, quella che si è conclusa è stata un’annata altalenante e complicata. Il problema principale è stata la siccità estrema che ha determinato danni più o meno gravi praticamente su tutte le colture e in tutti gli areali, sia sui cereali autunno-vernini sia sulle colture primaverili, estive ed anche foraggere. 

Per via delle temperature estreme e della prolungata siccità si è anche registrata una forte pressione degli insetti dannosi quali la cimice asiatica, la piralide e la diabrotica che hanno contribuito a ridurre le produzioni e compromesso il prodotto finale; ne hanno fatto le spese i cereali autunno-vernini, che hanno visto rovinata in parte la germinazione e soprattutto l’accestimento che ha determinato un basso numero di spighe a metro quadro.

Questa situazione ha generato un calo produttivo della granella con produzioni ridotte di almeno il 20% attestandosi su medie produttive di circa 65 quintali per ettaro sul territorio provinciale. Le qualità reologiche dei frumenti raccolti, tuttavia, sono risultate conformi alle richieste dei mulini e di ottima qualità.

Grazie agli accordi di filiera attraverso il progetto Grano Piemonte, promossi da Coldiretti Cuneo e Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest, sia con mulini e centri locali sia con la grande industria di trasformazione, si è permesso alle aziende agricole territoriali di ottenere premialità qualitative per valorizzare economicamente le produzioni.

Per quanto riguarda i cereali primaverili-estivi, le lavorazioni nella fase di semina sono iniziate dalla seconda decade di marzo e si sono protratte fino alla metà di aprile, favorite da terreni perfettamente in tempera. Malgrado ciò, la germinazione delle plantule è stata ritardata a causa della bassa umidità del terreno e delle forti escursioni termiche notturne che hanno favorito la competitività delle piante infestanti.

Superata questa fase, è stata determinante la disponibilità idrica, che ha creato situazioni non uniformi: negli areali dove è stato possibile irrigare la coltura, considerate le somme termiche, ha raggiunto con largo anticipo la fase di fioritura (fine giugno), mentre in caso di mancata irrigazione il ciclo è stato fortemente compromesso causando altezze ridotte e assenza di fioritura. Infine, hanno inciso e stanno incidendo in maniera incontrollata i costi dei mezzi tecnici che hanno raggiunto livelli mai visti e che stanno influenzando l’economia e i profitti delle aziende agricole.

A completamento della difficile annata, le tensioni imprevedibili dei mercati alla luce della preoccupante situazione internazionale che, da un lato, determina un’impennata del prezzo delle commodity e, dall’altro, mina alla stabilità dei mercati dei prezzi e dei costi.

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