Cuneo – Si sono dati appuntamento in tanti in piazza Galimberti per la Fiaccolata della Resistenza. https://laguida.it/2023/04/24/questa-sera-la-fiaccolata-della-resistenza-a-cuneo/ Una bella partecipazione di “resistenza” da parte dei cuneesi che hanno così iniziare la Festa della Liberazione di domani che avrà il suo culmine con la visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
A condurre la serata è stato Gigi Garelli, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza che ha voluto sottolineare con la parola “scelta” la volontà di essere in piazza per ricordare e festeggiare, “Abbiamo pagato cara la nostra libertà è tempo di non sprecare” ha detto.
La sindaca di Cuneo Patrizia Manassero ricordando a tutti la visita di domani del Presidente Mattarella ha voluto omaggiare le donne della Resistenza, citando per tutte Tina Anselmi, ma anche delle resistenze di oggi: “Dire che è la battaglia delle donne è dire che è la battaglia per la pace… E oggi ci ha ricordato Mattarella in questi giorni accoglienza e diritti sono i temi che dobbiamo ricordare”. Ha poi aggiunto due lapidi significative della Resistenza di questa città: la lapide al cimitero centrale con lo scritto di Gino Giordanengo e “quella che tutte le mattine vedo sullo scalone del Municipio di Calamndrei”.
Paolo Allemano dell’Anpi provinciale che conta 1.500 iscritti ha voluto sottolineare con polemica verso “il presidente del Senato che non riesce a dire che è antifascista, che o c’è costituzione o c’è fascismo. Oggi ho paura di uno che non prende distanze dal fascismo, e credo non a caso ma che ci sia un nuovo disegno post costituzionale”.
Claudia Bergia dell’associazione Partigiana “Ignazio Vian” e Centro Culturale “Don Aldo Benevelli”Ignazio Vian indica che “davanti ai cambiamenti dobbiamo sapere dove mettere i piedi, e dobbiamo tenere alti gli ideali di uguaglianza, convivenza, altruismo e pace, dobbiamo ribellarci alle ingiustizie” e invita a cantare sempre di più “Bella ciao”.
Per Marco Revelli della Fondazione Nuto Revelli Onlus “questo non è un 25 aprile come gli altri, qui in questa piazza è nata la Resistenza. Questo è un 25 aprile ferito da parte di alte figure istituzionali, che sono diventate spergiuri in ogni occasione che aprono bocca. Non sono gaffe ma sono colpi per cambiare i valori identificanti di questo paese … Mattarella qui a Cuneo domani ha un grande e alto significato simbolico, politico e istituzionale. Poi tocca a noi dire che non ci stiamo a questo quadro di rigurgito di nostalgico”.
Gianni Marchiò ha portato i saluti dell’Associazione deportati prima che i Lhi Balos con Miriam Rubeis intonino “Siamo i ribelli della montagna”.
L’intervento finale in piazza
È toccato poi a Massimo Giannini, direttore de La Stampa, concludere con un lungo intervento la serata prima della fiaccolata che ha poi condotto per il finale in musica in piazza Virginio. “Il 25 aprile soprattutto una festa, da Duccio alla Costituzione Repubblicana, passando da Calamandrei – ha detto Giannini all’inizio del suo intervento proprio leggendo passi di Galimberti e di Calamandrei. Il grande libro della democrazia che è la Costituzione è la casa di tutti i partiti e tutte le fedi. Il 25 aprile non è festa di una parte. come qualcuno dice,è una menzogna contro la dittatura fascista si sono battuti in tanti. Quello di queste alte cariche dello Stato e di Governo, è un modo per avvelenare i pozzi. Oggi più che mai la festa della liberazione è la festa della Costituzione, la Carta è la casa di tutti gli italiani, come dice Liliana Segre, pratica di oggi e speranza di domani. Qui siamo in tanti perché quel patto rischia di essere tradito oggi più che mai con questa fuga dalla storia e dalla memoria”. Poi Giannini prosegue con una luna serie di riferimenti agli avvenimenti di questi primi mesi di governo con le parole e le scelte che più hanno suscitato divisione e polemiche, tra cui la “sostituzione etnica” del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. “È sub cultura- 0chiude Giannini – ma è il programma di Fratelli d’Italia, questo è inquietante”.