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Domenica 24 novembre 2024

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In Costa Azzurra, a Vallauris Golfe-Juan, sulle tracce di Picasso

In Costa Azzurra, nella capitale della ceramica artistica sono tante le tracce e le opere lasciate da Pablo Picasso, che qui visse e creò nel Dopoguerra. Il 6 e 7 maggio iniziative e appuntamenti in occasione dei 50 anni della morte dell’artista

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Vallauris – Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Pablo Picasso si innamorò di un paese del sud della Francia, Vallauris, città operaia e centro rinomato per la produzione della ceramica.
Proprio la possibilità di dedicarsi a una nuova forma di produzione artistica fu alla base di una scelta che avrebbe aperto nuove strade nella ceramica artistica e qui decise che, dopo essere stato pittore, scultore, disegnatore e incisore, sarebbe diventato anche ceramista.
Picasso visse a Vallauris dal 1948 al 1955 e di quegli anni sono rimaste opere di valore assoluto, con una produzione stimata in circa 4.500 pezzi, ma anche stampe e locandine, incisioni, sculture e pitture. A iniziare dal monumentale e spettacolare manifesto pacifista “La Guerra e la Pace”, e dalla scultura “L’uomo con la pecora”, donata dall’artista al paese per ringraziarlo dell’accoglienza, e posizionata, come da sua richiesta, proprio al centro della piazza del paese, tra i bambini che giocano, gente che passeggia e le bancarelle del mercato.

Il 6 e 7 maggio

L’occasione ideale per un viaggio a Vallauris, sulle tracce di Picasso e non solo, è data dalle celebrazioni del cinquantenario della morte di Pablo Picasso, che si apriranno il 6 e 7 maggio con due giorni di appuntamenti e iniziative. L’apertura è prevista il 6 maggio, alle 10, con un concerto in place de la Liberation della Filarmonica d’Antibes et l’Harmonie de Vallauris, che precederà, alle 10.30, il vernissage dell’esposizione Formes et Metamorphoses: la creation ceramique de Picasso al Museo Magnelli (fino al 30 ottobre). Un’occasione per scoprire come l’artista si è appropriato dei codici della ceramica e ha rivoluzionato un’arte millenaria. In serata, alle 20.30, Flamenco d’Andalusia del balletto nazionale di Siviglia al teatro de la mer.
Il 7 maggio, dalle 10, una parata musicale da Golfe-Juan, condurrà il pubblico alla spiaggia du Soleil a Golfe-Juan che sarà ribattezzata plage Pablo Picasso. Dalle 17, spettacolo equestre e dell’arte tradizionale della corrida (amata da Picasso) nello stadio des Freres Roustan, prima della conclusione, dalle 21.30, con uno show di video mapping, suoni e luci sul tema di Picasso e la libertà, con proiezioni sulla facciata della chiesa Sainte-Anne. Una seconda esposizione, Picasso & l’orfevrerie sarà visitabile dal 24 giugno al 25 settembre.

Picasso a Vallauris

“50 anni dopo la sua morte, la sua eredità vive in tutti i luoghi in cui ha lavorato: la cappella del museo che ospita “la guerra e la pace” sulla sua volta romana, l’atelier Madoura dove incontrò George e Suzanne Ramié, aprendo la strada della ceramica artistica, o la place de l’Homme au Mouton su cui troneggia il dono dell’artista alla città”, ha sottolineato Kevin Luciano, sindaco di Vallauris Golfe-Juan.
La ceramica era, per Picasso, un mezzo per rendere più “democratico” e popolare l’accesso alle sue opere e per l’artista gli anni a Vallauris sono stati anni di felicità, con la compagna Francoise Gilot e i figli Claude e Paloma, gli incontri quotidiani con gli abitanti del paese e con un intenso fervore artistico, incontri e nuove passioni come la linoleografia, scoperta grazie a un giovane tipografo della città (Hidalgo Arnéra).

Nel 1946 Picasso, in vacanza a Golfe-Juan, visita la mostra “Ceramiche, fiori e profumi”, nella cooperativa agricola Nérolium di Vallauris e quella stessa estate modella dei piccoli pezzi d’argilla nel laboratorio Maodura di Suzanne e Georges Ramié per poi avvicinarsi alla produzione della ceramica, a partire dal ’47, e partecipare all’esposizione annuale al Nérolium nel ’48 (di cui realizzerà le locandine fino al ’62) e decidere di trasferirsi a vivere a Vallauris fino al 1955 con la compagna Francoise Gilot, il giovane figlio Claudio e dal 1949 la figlia Paloma. Picasso dedica molto tempo alla ceramica, ma non abbandona altre forme di espressione artistica, dalla pittura all’attività sculturea fino alla linoleografia.

La Guerra e la Pace

La Guerra e la Pace è un manifesto pacifica monumentale di più di 100 metri quadrati, che Picasso dipinge nel 1952 per la cappella del castello di Vallauris ed è realizzata su pannelli di isorel, materiale sufficientemente flessibile da poter combaciare con le volte della cappella. Dopo diversi schizzi preparatori, l’artistica giunge alla composizione costituita da due parti, una raffigurante La Guerra e l’altra La Pace. L’opera viene esposta a Roma e a Milano, e poi viene installata nella cappella a Vallauris.

Museo Magnelli, museo della ceramica

Ospitato in un ex priorato dei monaci di Lérins, l’edificio risale al XVI secolo e ospita una magnifica scala rinascimentale classificata come monumento storico dal 1951. Nel 1952, Picasso crea la cappella La Guerra e la Pace, che dona allo Stato francese; il museo nazionale viene inaugurato nel 1959 e la città di Vallauris acquista l’edificio nel 1972. L’8 luglio 1977 viene inaugurato il museo, che nel 1996 prende il nome di Museo Magnelli, museo della ceramica.

Le collezioni del museo mettono in luce il notevole patrimonio artistico, artigianale, culturale e umano della città. Si articolano attorno alle opere di due figure emblematiche del modernismo del XX secolo: Pablo Picasso e Alberto Magnelli, pioniere dell’arte astratta che si rifugiò a Grasse durante la seconda mondiale e vi visse fino al 1970. La presentazione delle opere in ceramica riflette la ricca storia di questo mezzo artistico a Vallauris: dalla tradizionale produzione di utensili per la cucina alle innovazioni tecniche ed estetiche della ceramica artistica. Le collezioni contemporanee, articolate attorno alle opere premiate alle Biennali e per il design, dimostrano la vitalità del materiale ricavato dall’argilla. La collezione dedicata ad Alberto Magnelli è unica ed eccezionale, costituita dai “Magnelli di Magnelli”, cioè da un gruppo di capolavori, conservati dall’artista come tappe fondamentali della sua creazione e che permettono di seguire il suo percorso dalla “pittura inventata” all’astrazione.

L’arancio Bigaradier

Il Bigaradier (arancio amaro) ha molteplici modalità di utilizzo: aromaterapia, cosmetica, profumeria, alimentazione. La sua coltivazione risale alla fine del XIX secolo, quando un piccolo gruppo di abitanti di Vallauris Golfe-Juan decise di creare le prime piantagioni di questa specie di arancio il cui fiore è prezioso per i profumieri, per rifornire in fiori i profumieri di Grasse.

L’Ecomuseo dell’arancio Bigaradier a Golfe-Juan consente di effettuare un viaggio nel tempo: alambicchi, macchina per l’estrazione dell’olio essenziale, bilance, costumi, strumenti per la raccolta e la spedizioni, tutti utilizzati alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo dai coltivatori di aranci amari, sono esposti in modo divertente e educativo. È possibile assisterete anche alla produzione che avviene nel rispetto delle tradizioni antiche e conoscere i prodotti locali (informazioni su www.nerolium.fr).

Il museo della terracotta e gli atelier di ceramica

Il museo della terracotta è un museo privato che consente di vedere le varie fasi di fabbricazioni di un vaso attraverso le macchine e gli strumenti di produzione. In rue Sicard 21, visite guidate e dimostrazioni di tornitura in estate: informazioni all’ufficio del turismo. A Vallauris sono presenti e visitabili molti atelier di ceramisti (da non perdere la visita a quello di Gilbert Portanier) ed è anche possibile provare in prima persona a lavorare l’argilla al tornio.

La route Napoleon

Il 1° marzo 1815, alle 15, a Golfe-Juan sbarca Napoleone, partito in segreto pochi giorni prima dall’isola d’Elba, con il suo stato maggiore. È l’inizio dell’epopea dei Cento giorni. Napoleone conosceva questa rada sicura, dove alcuni anni prima aveva armato le batterie difensive, e il suo progetto è quello di raggiungere Parigi su un percorso sicuro, seguendo la strade delle Alpi, che dal 1932 è appunto chiamata Strada Napoleone. La strada collega Golfe-Juan a Grenoble, passando per Le Cannet, Grasse, e risalendo Digne les Bains, Sisteron, Tallard solo per citarne alcune.

A Golfe-Juan è presente anche la colonna Napoleone, eretta in un primo tempo dalla guarnigione di Antibes nel 1815, poi distrutta dopo Waterloo, ricostruita e danneggiata una seconda volta, quindi ristrutturata, mentre nel porto di Golfe-Juan è presente una piccola stele in quello che si ritiene il luogo esatto in cui arrivò Napoleone. Ogni anno, nel primo week end di marzo, viene organizzato un evento con sfilate, rassegna delle truppe e rievocazione dello sbarco, spettacoli e conferenze.

Due porti

Spiagge di sabbia e due porti turistici. Il porto vecchio, porto pubblico, tradizionale, a pochi passi dal centro della città, dove si mescolano pescatori professionisti e turisti. Barche a remi tradizionali e imbarcazioni più moderne. Il porto Camille Rayon è invece il porto moderno, dedicato alla nautica da diporto e in particolare ai grandi yacht, con anche un teatro comunale all’aperto e una bella passeggiata. Nelle sere di luglio e agosto si svolge anche un mercato notturno artigianale. Una località forse meno nota delle sue vicine più famose, stretta come è tra Cannes e Antibes, ma da scoprire e riscoprire, che vale davvero la pena di un viaggio.

Arrivare

In macchina: autostrada A8, uscita Antibes, quindi RD435 direzione Vallauris. In treno: la stazione di Golfe-Juan è servita dai treni espressi regionali: Mandelieu-Grasse-Cannes-Nizza-Ventimiglia. Autobus: collegamenti con la linea regionale Nizza-Cannes, e tra Golfe-Juan e Vallauris.

Informazioni

Per tutte le informazioni è possibile rivolgersi all’Office du Tourisme de Vallauris: www.vallaurisgolfejuan-tourisme.fr.

Enrico Giaccone

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