Cuneo – Oggi (martedì 18 aprile) alle 18, davanti alla Prefettura di Cuneo, è in programma una protesta contro gli emendamenti di conversione del Decreto Cutro. La manifestazione è promossa dalle cooperative e dalle associazioni che operano nell’ambito del progetto Sai – Sistema di Accoglienza e Integrazione di Cuneo che nell’occasione consegneranno al Prefetto un documento condiviso in cui esprimono indignazione e opposizione alle misure contenute nel decreto.
“Il testo che sta per essere approvato condurrà ad un peggioramento della condizione dei migranti, e a un conseguente impatto negativo non solo sui territori, ma anche e soprattutto sul rispetto dell’essere umano in quanto tale – scrivono -. E’ evidente l’intenzione di smantellare il sistema pubblico di accoglienza gestito dagli enti locali, dato il mancato accesso dei richiedenti asilo nel sistema Sai separando così l’accoglienza dall’integrazione e alimentando nel tempo, così come già successo con il decreto sicurezza le tensioni e l’insofferenza sociale”.
“Il decreto indebolisce il sistema di accoglienza diffuso e potenzia gli hotspot, i centri di accoglienza provvisori e Cpr (Centri di Permanenza per i rimpatri), con un dispendio inutile di risorse pubbliche – si legge nel documento che sarà consegnato al Prefetto -. Nei centri provvisori la qualità dei servizi erogati ai richiedenti asilo verrà abbassata così come scritto nella relazione tecnica allegata agli emendamenti proposti in riferimento all’art. 5 del c.d. Decreto Cutro: ‘verranno erogate prestazioni di accoglienza inferiori e ridotte’, in totale sfregio della dignità e dei diritti delle persone. Gli hotspot si configureranno come strutture di detenzione informale da usare in maniera sistematica durante le procedure di identificazione e utilizzate anche durante la procedura della richiesta di asilo, in assenza di una base legale per la privazione della libertà all’interno di tali centri. Gli emendamenti proposti prevedono la possibilità di inserimento nei progetti Sai solo dei richiedenti asilo vulnerabili o provenienti da specifiche zone geografiche, che giungono in Italia con i corridoi umanitari, con una irragionevole disparità di trattamento nei confronti di persone provenienti dalle medesime aree geografiche, ma che giungono in Italia in maniera irregolare; a queste persone resterà comunque interdetta l’opportunità di accedere ai servizi di accoglienza di secondo livello, che riguardano l’integrazione delle stesse nel tessuto della comunità ospitante.
Inoltre l’introduzione dello Stato di Emergenza e la nomina di un Commissario Straordinario non è un espediente tecnico, ma la certificazione dell’inadeguatezza delle politiche migratorie. Lo stato di emergenza si dichiara a seguito di una calamità improvvisa e non prevedibile nei suoi effetti devastanti. Il fenomeno migratorio è invece strutturale, lo è da diversi anni, e lo sarà ancora di più nel futuro. La Storia dei fenomeni migratori ci insegna che ogni tentativo di limitare l’afflusso di persone non è mai riuscito: il processo va governato, con responsabilità e lungimiranza. Il decreto elimina infine il permesso di soggiorno per ‘protezione speciale’ che molto aveva fatto in questi ultimi anni per evitare la clandestinità, le diverse forme di sfruttamento e di evasione fiscale, gettando nell’irregolarità le persone e aumentando l’insicurezza sui nostri territori”.