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Domenica 22 dicembre 2024

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La grave crisi idrica e la situazione irrigua in provincia di Cuneo

Nonostante lo sfruttamento delle acque di falda a integrazione dei corsi d’acqua superficiali

La Guida - La grave crisi idrica e la situazione irrigua in provincia di Cuneo

La neve e la pioggia cadute sulla Granda tra fine febbraio e inizio marzo hanno interrotto una siccità che, tranne per episodi di lieve entità, andava avanti dal 15 dicembre 2022, ripetendo il copione dello scorso inverno, ma non sono risolutive della grave crisi idrica in atto con livelli eccezionalmente bassi di falda e portata dei corsi d’acqua.

Nelle ultime settimane Coldiretti ha incontrato tutti i Consorzi irrigui di II grado e gli Enti gestori dei Comprensori Irrigui sul territorio provinciale e ha elaborato un’analisi della situazione attuale,  con le considerazioni e le proposte concrete attuabili nel breve, medio e lungo termine, che Coldiretti chiede di adottare per superare la crisi idrica a tutela del sistema agroalimentare cuneese.

La situazione irrigua nella Granda

La superficie irrigata cuneese ammonta a circa 100.000 ettari e rappresenta oltre il 35% dell’intera superficie irrigua regionale.

Per ciò che riguarda i prelievi da corsi d’acqua superficiali, le fonti principali di approvvigionamento sono i fiumi Po e Tanaro e i torrenti Ellero, Pesio, Gesso, Maira, Grana e Varaita. 

Nella Granda operano 18 Consorzi irrigui di II grado che, a loro volta, associano oltre 300 Consorzi di I grado. Si tratta nel complesso di oltre 56.000 utenze servite con una rete di canali di circa 3.000 chilometri ancora in grande prevalenza a “cielo aperto”. 

In provincia di Cuneo sono, inoltre, presenti l’associazione “Acque Irrigue Cuneesi”, che svolge attività di coordinamento dei Consorzi di II grado, e ANBI Piemonte (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazione Miglioramenti Fondiari), che a sua volta associa sette Consorzi di II grado. Ad integrazione dei prelievi effettuati dai corsi d’acqua superficiali nel tempo sono stati realizzati numerosi pozzi – in alcuni casi a servizio di singole aziende, in altri in dotazione ai Consorzi irrigui – per uso irriguo e/o zootecnico; tale tipologia di prelievo rappresenta oltre il 30% del totale.

Un così rilevante ricorso allo sfruttamento delle acque sotterranee è motivato dal fatto che in Provincia di Cuneo non sono presenti grandi laghi né invasi che consentano l’immagazzinamento dell’acqua e i corsi d’acqua risultano in netta prevalenza caratterizzati da un regime idrologico tale per cui il minimo dei deflussi si concentra nei mesi in cui risultano massimi i prelievi per finalità irrigue. La conseguenza è che, pur a fronte di valori medi annui di pioggia relativamente elevati (con significative eccezioni in particolare negli ultimi anni), nonostante il rilevante sfruttamento delle acque di falda, il deficit idrico estivo, per ciò che riguarda l’utilizzo irriguo, risulta rilevante.

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