“Pace a voi”: è l’augurio del Signore risorto rivolto a quanti hanno avuto la fortuna di vederlo, di toccarlo. I Dodici lo avevano seguito, ascoltato e amato. Aveva fatto loro promesse particolari ma ora erano smarriti. Dopo la sua morte in croce i Discepoli avevano forse immaginato che tutto non potesse davvero finire in quella tomba.
Ma ancora una volta ci pensa il Signore a fugare i loro interrogativi: “sono io!”, “toccatemi!”.
E poi, come aveva fatto tante altre volte, mangia con loro per poi inviarli ad annunciare a tutti quello che hanno visto e udito. Quasi improvvisamente la vita dei primi Discepoli cambia dalla paura e dallo smarrimento escono fuori con decisione e con coraggio dimenticando le loro paure con la certezza che il Risorto, il Signore, è con loro.
Riflettiamo su questo loro atteggiamento: se fossero rimasti fermi in quel cenacolo noi non saremmo qui, tutto sarebbe finito mestamente. I testi del Nuovo Testamento, in particolare i Vangeli e gli Atti, ci parlano di alcuni di loro senza riportarci nel dettaglio le loro azioni ma sottolineando la loro convinzione: Gesù è stato “di parola”!
Anche quest’anno le nostre chiese sono addobbate a festa, ascoltiamo il suono festoso delle campane e risuona ancora una volta per tutti l’augurio: “Pace a voi”.
Non c’è pace se penso che solo io ho ragione.
Non c’è pace se rifiuto il dialogo e il confronto.
Non c’è pace se risuonano i rumori terribili delle armi che solo distruggono.
Non c’è pace se scarico le mie responsabilità sugli innocenti e sui più poveri.
Non c’è pace se covo rancori e odi verso qualcuno.
Non c’è pace se sono violento anche solo con le parole.
Non c’è pace se faccio trionfare i miei interessi a qualsiasi prezzo.
Non c’è pace se mi tappo gli occhi e le orecchie per non vedere e non sentire le grida di chi è disperato e non ce la fa più.
Non c’è pace se adoro il denaro, gli averi e le proprietà.
Come con i Discepoli anche con noi il Risorto usa pazienza. Ci invita a risollevare lo sguardo e a non pensare solo a se stessi. Il Signore ci doni occhi puliti e un cuore fatto di carne capace a commuoversi, libero da compromessi e aperto verso coloro che fanno più fatica. Da Lui abbiamo bisogno d’imparare ad amare, a servire, a condividere, ad essere liberi e a fare pace.
Signore: se è possibile continua ad essere dirompente anche con noi; un giorno, forse, ci stancheremo della nostra inerzia e qualcosa cambierà, dimenticheremo le nostre paure con la certezza del Tuo aiuto perché Tu sei con noi.
Monsignor Piero Delbosco
Vescovo di Cuneo e Fossano