“La biblioteca è simbolo e realtà di una memoria collettiva”, parole di Umberto Eco che sono all’origine del documentario di Davide Ferrario, proposto al cinema Lanteri dall’associazione Apice e dal settimanale La Guida.
I numeri sono da capogiro: 1.200 volumi antichi e 30.000 moderni. Eco sorride sornione e precisa che forse sono anche di più perché alla fine non li ha neanche più contati. Sono la storia di una passione profonda, di una cultura eccezionale, ma anche di un intellettuale capace di appassionare le masse.
Il film è incastonato tra due scene emblematiche. Si apre sulla folla ai funerali nel 2016: immagini di cronaca che restituiscono la popolarità di Umberto Eco. Si chiude sulla nipotina che sui pattini corre tra gli scaffali dell’enorme biblioteca: la cultura consegnata alle giovani generazioni, la possibilità che la memoria dei libri diventi vita, che il pensiero ancora trovi terreno fertile.
In mezzo per tutto il film lo schermo è occupato dalla figura dell’intellettuale che guida nei meandri dei suoi libri, cioè della sua stessa vita, attraverso interviste, immagini d’archivio, ricordi dei familiari. È così un dialogo che va oltre il semplice ritratto. Se il tema è la memoria, nella sua forma di conservazione fisica nelle pagine dei libri, allora l’utilizzo di un variegato materiale audiovisivo si manifesta anche come un dialogo silenzioso con le nuove tecnologie a cui Eco stesso più volte fece riferimento.
Ed è un continuo riflettere sul linguaggio sempre con la leggerezza che lo contraddistingueva. Al nipotino insegna a non credere a tutte le parole della pubblicità, ma poi deve anche spiegargli la differenza con il successivo telegiornale che utilizza lo stesso registro comunicativo, parole e immagini, con ben diverse finalità. Oppure sprofonda nei suoi libri con una malcelata avversione verso Internet colpevole di non stimolare la memoria, di inondare di informazioni creando solo disordine.
Nella sua biblioteca l’ordine è nella mente di Eco stesso. Lì il mondo sembra convergere e sono splendide le immagini che talvolta il regista ci regala di immense biblioteche antiche e moderne sparse per il mondo. E se può prendere un senso di smarrimento di fronte alla sua sterminata biblioteca, è Eco stesso a soccorrerci con la sua ironia: “Non ho letto nessuno di questi libri. Altrimenti perché li terrei?”
“Umberto Eco. La biblioteca del mondo” viene proiettato al Cinema Lanteri mercoledì 5 aprile alle 20,30.
