Magliano Alpi – Stavano realizzando un tracciato per mountain bike sul terreno di proprietà del Comune di Magliano Alpi, senza aver consultato preventivamente l’amministrazione cittadina e senza aver chiesto le necessarie autorizzazioni per realizzare operazioni di scavo in ambienti montani soggetti a tutela ambientale; per questo motivo sono stati rinviati a giudizio M. E., legale rappresentante della Prato Nevoso SpA che aveva appaltato quel lavoro, e T. L., titolare della ditta che stava realizzando il tracciato. In aula ha testimoniato Marco Bailo, sindaco di Magliano Alpi, che di quel cantiere aveva avuto notizia dal malgaro che proprio in quei giorni stava iniziando il periodo di alpeggio all’alpe Seirasso a circa 1.500 metri di altezza in territorio di Magliano Alpi: “Tutti i territori sopra i 1.300 metri sono tutelati, occorreva un’autorizzazione del Comune ma quel territorio è destinato a pascolo. Non potevano neanche chiedere una sanatoria perché il terreno non era di loro proprietà”. Quel tracciato però, secondo la difesa, esisteva già su una mappatura turistica della Regione Piemonte ed era proprio su quel percorso che la Prato Nevoso SpA intendeva strutturare un percorso segnalato per promuovere il turismo estivo. Secondo l’accusa invece quel tracciato di alcune centinaia di metri su cui si stava lavorando a giugno 2020 era diverso da quello segnalato come percorso da mountain bike ed era semplicemente un sentiero tracciato dal passaggio delle mucche in alpeggio che tale dove restare. In aula è stato anche ascoltato il malgaro che vide personalmente l’escavatore all’opera: “Era un sentiero pedonale ma ci andavano anche i rampichini. È un po’ una guerra in estate perché alcuni turisti sono rispettosi mentre altri strappano i fili delle recinzioni e poi passano anche quelli del trial”. In aula il gestore del rifugio Balma, in territorio di Prato Nevoso, ha parlato della pubblicizzazione sui social del Giro del Mondolé in mountain bike: “La società che gestisce gli impianti di risalita fa anche sentieri per bike e downhill. I territori sono confinanti, i sentieri per bike devono per forza passare da Magliano Alpi”. Il processo è stato rinviato al 26 maggio per gli ultimi testimoni e la discussione.