Cuneo – Ospedale di Cuneo, basta incertezze! Grande partecipazione al presidio organizzato dal Partito Democratico oggi (lunedì 3 aprile) davanti al vecchio ingresso dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo in via Michele Coppino per chiedere ai vertici regionali chiarimenti immediati sulle dimissioni rassegnate in questi giorni dalle direttrici generale, Elide Azzan e sanitaria, Monica Rebora dell’Azienda ospedaliera cuneese.
Presenti la vice presidente nazionale del partito, Chiara Gribaudo, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, i consiglieri regionali Maurizio Marello, Daniele Valle e Raffaele Gallo, il segretario regionale Mimmo Rossi e la responsabile salute Valentina Paris, il segretario provinciale Mauro Calderoni, il consigliere provinciale Davide Sannazzaro, oltre a vari amministratori della Granda.
Quale futuro per il nuovo ospedale?
Al centro degli interventi la preoccupazione per il futuro, sia per quanto riguarda la realizzazione del nuovo ospedale, sia per l’attività ordinaria della sanità cuneese.
“Le dimissioni dei vertici dell’azienda hanno provocato una situazione di grande incertezza perché cade in un momento di totale incertezza sull’iter per la realizzazione del nuovo ospedale di Cuneo ha detto il segretario provinciale e sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni -, che, voglio ricordarlo, interessa a tutti i residenti della Provincia perché non è solo l’Ospedale della città di Cuneo ma si tratta dell’hub provinciale. L’altra preoccupazione è che decadendo l’intero vertice della struttura ci siano anche ripercussioni su quella che è l’attività ordinaria della sanità. Pensiamo a quello che sta succedendo in coda della pandemia con liste di attesa lunghe, ma anche la difficoltà reperire l’adeguato numero di personale sia medico che infermieristico”.
Mancano medici e personale infermieristico
Come già segnalato nei giorni scorsi dai sindacati e confermato poi da un’analisi elaborata dal gruppo dei consiglieri regionali del Pd, tra i problemi che la sanità cuneese sta affrontando in questo periodo c’è anche quello della carenza di medici e personale infermieristico.
“Questa giunta regionale spinge la sanità privata e nessuno paga la sanità pubblica” è stato sottolineato più volte. Secondo i dati mancherebbero circa 1000 persone in sanità, numeri impressionanti in un momento in cui la tendenza sembrerebbe essere quella di “scappare” da Cuneo per approdare in altre strutture sanitarie.
“Sembra essere una fragilità che il nostro territorio esprime, ma è una difficoltà generale che si sente forte sul territorio – ha sottolineato la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero -. A questa situazione di incertezza si aggiunge il tema della realizzazione del nuovo ospedale rispetto al quale avevamo avuto un mese fa una conferenza di intenti con la Regione in cui ci era stato fornito un crono-programma rispetto al progetto attualmente all’esame. Adesso era prevista una nuova conferenza a maggio e adesso le dimissioni dei vertici dell’azienda ci pongono ancora in una situazione di incertezza e di dubbio. Sappiamo bene che realizzare un ospedale di queste dimensioni e di questi costi non è una passeggiata, ma come amministratori pubblici abbiamo tutti la responsabilità di vigilare sui percorso e sui risultati, noi vogliamo farlo per questo abbiamo sollecitato un pronto intervento per ripristinare la dirigenza quanto prima”.
Presto la nomina di due nuovi dirigenti
Sollecitata anche la nomina di due nuovi dirigenti a sostituire le dimissionarie Elide Azzan e Monica Rebora. “Abbiamo deciso di organizzare questo momento perché quello che sta accadendo è troppo grave e la narrazione sembra essere quella di una normale sostituzione – ha ribadito l’onorevole Chiara Gribaudo -. Non è così, non è normale quello che sta capitando in questa Regione, non è normale che dopo quello che abbiamo vissuto durate la pandemia, oggi non si sia recepito che è necessario un cambio di approccio, che quello che serve è un maggiore sostegno a una sanità più accessibile a tutti. Le doppie dimissioni sono l’ultimo atto di un ‘annuncite’ del presidente Cirio che però si è trasformata troppo poco in delibere. Oggi vogliono provare a smantellare un’eccellenza italiana come quella dell’ospedale di Cuneo, vogliono smantellare quell’idea di hub provinciale, ospedale fulcro del territorio, magari pensando che alcune competenze si possono frammentare sui territori rendendo così i servizi sanitari ancora ancora meno accessibili da parte dei cittadini. Quello che non serve adesso è un commissario, serve una dirigenza che abbia effettivamente la possibilità di lavorare sia sull’ordinario, che rischia di bloccarsi, che sulla straordinarietà”.