Cuneo – “Colpisce il silenzio assoluto sulla crisi sistematica in cui versa la sanità cuneese che sta spingendo in un angolo da una parte donne e uomini che lavorano in prima linea nelle strutture sanitarie e socio assistenziali e dall’altra, cittadine e i cittadini esasperati dalle difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie e dai costi rilevanti che si devono sopportare nel momento in cui si deve ricorrere alle strutture per anziani o si vive il dramma di familiari non autosufficienti”. A esprimere le preoccupazioni dei lavoratori dell’Azienda Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo dopo le dimissioni della direttrice generale Elide Azzan e della direttrice Sanitaria Monica Rebora, è anche Cgil.
“Tra medici, tecnici, gli infermieri dell’A.S.O. S. Croce di Cuneo c’è molta preoccupazione, rabbia e rassegnazione – dice Carmelo Castello, Segretario Generale FP CGIL Cuneo -. E’ netta la sensazione che la Giunta regionale sia più interessata al giro di poltrone dei direttori e dall’affare “nuovo ospedale” che dall’affrontare la situazione d’emergenza che si sta vivendo in corsia e negli ambulatori. Le ultime vicende destabilizzano ancora di più il personale che già da troppo tempo sopporta carichi di lavoro estenuanti. Abbiamo detto più volte e continueremo a dirlo: bisogna assumere medici e infermieri e cessare la pratica assurda dei medici gettonisti; serve un piano sanitario serio ed efficace. Solo così si potrà garantire una sanità tempestiva e di livello a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. Noi continueremo la nostra battaglia fino a quando non si cambierà direzione e la Regione finirà di incrementare la sanità privata a discapito della sanità pubblica”.
Liste di attesa, servizi domiciliari per la non autosufficienza e case di riposo
Ad allarmare anche i tempi delle liste di attesa, la situazione in cui versano molte case di riposo e i servizi domiciliari per la non autosufficienza. Una situazione difficile che rischia di mettere in crisi l’assistenza agli anziani. Giovanni Battista Panero, segretario generale SPI CGIL: “I tempi di attesa della sanità pubblica spingono le persone a rivolgersi alle strutture private. In tanti, per ragioni di sostenibilità economica, sono costretti a rinunciare alle cure, con le conseguenze facilmente immaginabili. Mancano posti nelle case di riposo e le rette sono troppo alte. I costi stanno diventando insostenibili per molti pensionati e per le loro famiglie. Chiediamo alle ASL e al presidente della Regione Cirio di affrontare rapidamente tutte le questioni a garanzia della tutela della salute e della dignità dei pensionati e delle persone anziane. Chiediamo un potenziamento dei servizi negli ospedali, in particolare sulle liste di attesa per esami e visite, rette delle case di riposo sostenibili e un investimento reale nei servizi all’assistenza domiciliare e nella medicina di prossimità. Gli anziani non possono essere vissuti come un costo sociale. Sono la nostra memoria e in molti casi, l’unico sostegno a famiglie sempre più in difficoltà dal punto di vista economico”.
Quale futuro per la sanità cuneese?
Insomma, per i sindacati un futuro non roseo attende la sanità cuneese. “Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno – dice Piertomaso Bergesio, segretario generale della Cgil Cuneo -. Il diritto universale alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, sta diventando un privilegio per pochi, anche a Cuneo. La pandemia non ha insegnato nulla. Senza una sanità pubblica efficiente e tempestiva muore il senso stesso di comunità. Non possiamo arrenderci all’idea che tutto si misuri in denaro. Servono risposte urgenti. Noi ci batteremo, insieme alle organizzazioni e le associazioni del territorio che condividono le nostre stesse preoccupazioni affinché la Regione Piemonte torni a investire seriamente nella sanità pubblica cuneese e regionale. Non parliamo di investimenti nel mattone. Servono medici, infermieri, operatori socio assistenziali. Non c’è più tempo da perdere”.