Cuneo – Quasi 240.000 domande in meno di un’ora. Il click day di lunedì 27 marzo per l’ingresso in Italia dei lavoratori stranieri extracomunitari ha fatto registrare un boom di richieste, quasi il triplo delle disponibilità previste dal Decreto Flussi, 82.705 (di cui 44.000 – contro i 42.000 dell’anno scorso – riservate al lavoro stagionale e da dividersi tra agricoltura e settore turistico-alberghiero).
Numeri insufficienti, nonostante l’incremento, hanno ribadito le principali associazioni di categoria del mondo agricolo che hanno già lanciato l’allarme manodopera nelle campagne. “Con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno centomila lavoratori per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali – dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. E’ necessario un decreto flussi aggiuntivo”. Solo nel Cuneese, secondo i dati diffusi da Coldiretti Cuneo, sono oltre 10.000 i lavoratori stagionali assunti ogni anno dalle aziende agricole, con una forte rappresentanza di rumeni, albanesi e macedoni, oltre che marocchini, indiani e senegalesi. “Nonostante la crescita di interesse tra gli italiani – sottolinea il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – nelle nostre campagne resta fondamentale il contributo dei lavoratori stranieri al successo dell’agroalimentare Made in Cuneo nel mondo, dall’orticoltura alla frutticoltura fino alla viticoltura. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli”.
Preoccupazioni anche da Confagricoltura Piemonte. “Le quote sono insufficienti per non rischiare di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi – ha sottolineato il presidente Enrico Allasia -. Dall’analisi dell’annata agraria 2022, possiamo presumere che il contingente assegnato al settore primario in Piemonte non potrà soddisfare le richieste delle campagne: da 67 mila operai agricoli censiti nel 2021, di cui una significativa parte è rappresentata dagli stagionali, siamo passati ai quasi 81 mila necessari lo scorso anno e non si esclude un ulteriore incremento, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede diminuire gli occupati del settore primario”.