Quand’ero piccolo il mese di ottobre era caratterizzato da due cose: l’inizio della scuola, con fiocchi blu, colletti bianchi e grembiulini neri e il rituale del farsi il vino, con tutti i suoi odori e il susseguirsi delle sue operazioni. La pulizia del grande tino in castagno (“la” tina, in piemontese), il camioncino che scaricava le casse di uva nel vicolo, la pigiatrice con la grande manovella di ferro, gli innumerevoli giri sulle scale strette della cantina con ceste e secchi,
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