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Lunedì 23 dicembre 2024

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I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento

Per il ciclo "Resistenze di oggi", venerdì 17 marzo un incontro con Bianca Stancanelli e Yvan Sagnet

La Guida - I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento
Yvan Sagnet

 

Cuneo – Venerdì 17 marzo alle 21 nel secondo appuntamento di Resistenze di oggi – Informare per resistere” si parla di braccianti e caporalato. L’appuntamento è allo Spazio Incontri della Fondazione Crc, via di Roma 15, con Bianca Stancanelli e Yvan Sagnet in “I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento”.
Bianca Stancanelli è giornalista, cronista al quotidiano L’Ora di Palermo, dove si è occupata soprattutto di mafia e politica, poi inviato speciale del settimanale Panorama; autrice di diverse pubblicazioni tra cui “A testa alta. Don Giuseppe Puglisi : storia di un eroe solitario” e “La Pacchia-vita di Soumaila Sacko, nato in Mali, ucciso in Italia”.
Yvan Sagnet è fondatore e presidente di No Cap, l’associazione internazionale nata nel 2011 come movimento per contrastare il “caporalato” in agricoltura e per favorire la diffusione del rispetto dei diritti umani, sociali e  dell’ambiente. Nato in Camerun, Sagnet arriva in Italia con un visto per studio nel 2007, si laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Torino. Leader del primo sciopero dei braccianti stranieri in Italia durato circa un mese nell’estate del 2011 nelle campagne di Nardò in provincia di Lecce che ha portato all’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano del reato di caporalato (intermediazione illecita di manodopera).
“Sostenibilità ambientale, rispetto dei diritti nel lavoro, rifiuti zero, fare impresa nel rispetto della legalità compongono la dichiarazione programmatica di No Cap – dice Sagnet -. Perché non si può morire nei campi per raccogliere pomodori “da sole a sole” (dall’alba al tramonto) per 3 o 4 euro l’ora. Non si può morire uccisi mentre si recuperano delle lamiere abbandonate per costruirsi un riparo nei ghetti. Il caporalato è funzionale ad un sistema di illegalità e beneficia di un modello di sviluppo economico insostenibile: i braccianti stranieri sono le categorie più fragili, lavoratori senza dignità”.
L’incontro fa parte del ciclo organizzato dal centro culturale don Aldo Benevelli dell’Associazione Partigiana Ignazio Vian e viene preceduto al mattino alle ore 11 da una conferenza dibattito di Sagnet con i ragazzi delle scuole superiori al Cinema Monviso in collaborazione con Libera.
Sabato 25 si parla di “La mafia è finita con l’arresto di Matteo Messina Denaro?” con Lillo Garlisi, fondatore delle Case editrici Laurana, Melampo e Zolfo e Giacomo Di Girolamo, scrittore e giornalista che per 14 anni ha aperto il suo programma in radio chiedendo “Dove sei Matteo?”.

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