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Domenica 22 dicembre 2024

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Guerra dell’acqua tra colossi in Granda, Eva contro Sant’Anna

Per l'azienda della valle Stura, con il suo presidente e ad Alberto Bertone, il direttore commerciale e un ex dipendente, l'accusa di turbata libertà dell’industria e del commercio e diffamazione aggravata

La Guida - Guerra dell’acqua tra colossi in Granda, Eva contro Sant’Anna

Cuneo – Si profila come una vera e propria guerra dell’acqua ma la siccità non c’entra: lo scontro in corso è quello tra la società Fonti Alta Valle Po, proprietaria di Acqua Eva, che si è costituita parte civile nel processo contro Acqua Sant’Anna, accusata di turbata libertà dell’industria e del commercio e diffamazione aggravata. La nota pubblicata sul sito di Acqua Eva ricapitola lo stato degli atti nella battaglia legale contro il colosso della valle Stura, accusato dalla Procura di Cuneo (nelle persone del presidente e amministratore delegato Alberto Bertone, del suo direttore commerciale Luca Chieri e di Davide Moscato, ex dipendente della Mia Beverage, società controllata dalla Sant’Anna), “di aver impiegato mezzi fraudolenti – l’attivazione, con lo specifico ed esclusivo scopo di screditare Acqua Eva, del sito web mercatoalimentare.net (ora non più attivo) con dominio intestato a soggetto defunto e pagato con carta di credito estera – per diffondere sul mercato false informazioni in merito alla partecipazione azionaria di Fonti Alta Valle Po SpA, idonee a comprometterne i rapporti con la grande distribuzione organizzata”.
Le false informazioni a cui si riferisce il comunicato stampa emesso dalla società nei giorni scorsi sono quelle comparse sul sito web mercatoalimentare.net nell’aprile 2018 in un articolo dal titolo “Inchiesta: Acqua Eva è un brand di proprietà Lidl?”. Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Cuneo che con il pubblico ministero Carla Longo ha condotto le indagini concluse il 16 giugno 2021 con la richiesta di rinvio a giudizio, nell’articolo sarebbe stato falsamente asserito che la società Fonti Alta Valle Po sarebbe stata di proprietà del marchio tedesco Lidl, adombrando così un suo conflitto di interessi e concorrenza sleale nella catena della grande distribuzione. Il primo a chiedere chiarimenti sarebbe stato proprio il gruppo Coop che peserebbe molto nella distribuzione di Acqua Eva (circa 4,5 milioni di euro l’anno su un fatturato di 36 milioni), interessato a capire se commercializzando quel prodotto stava in realtà favorendo un proprio concorrente. Le conseguenze negative per Acqua Eva sarebbero arrivate di lì a poco con la cancellazione di moltissimi ordini da vari gruppi di distribuzione e l’interruzione di una importante trattativa con la “Red Circle investments” di Renzo Rosso, proprietario del marchio Diesel e intenzionato a investire nel settore food and beverage.
Il legale rappresentante della società di Paesana si sarebbe subito rivolto all’avvocato Nicola Menardo dello studio Grande Stevens di Torino: con il deposito della querela presero avvio le indagini dalle quali sarebbe emerso che il sito su cui era comparso l’articolo era stato pagato con una carta di credito lussemburghese appartenente a Davide Moscato ed era stato intestato a una sua parente deceduta nel 2011. Le indagini si estesero fino a coinvolgere l’amministratore delegato e il direttore commerciale della Sant’Anna che finirono così sul registro degli indagati; con il successivo rinvio a giudizio si troveranno a rispondere delle accuse nel processo che entrerà nella fase istruttoria a partire dal prossimo settembre davanti al giudice Sandro Cavallo. Secondo l’accusa lo scopo di quell’articolo era di gettare discredito sulla società di Paesana per impedire l’accordo con la “Red Circle Investments” e l’offerta di acquisto recapitata dalla società Sant’Anna alla Fonti Alta Valle Po nel 2020 (rispedita al mittente), a indagini ancora in corso, sarebbe per l’accusa un’ulteriore prova della macchinazione. Quando a settembre inizierà l’istruttoria, l’avvocato Federico Rosso legale di Davide Moscato formalizzerà la richiesta di messa alla prova per il proprio assistito già accordata dalla Procura. Alberto Bertone e Luca Chieri saranno rappresentati dall’avvocato Michele Galasso.

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