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Sabato 2 novembre 2024

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Il maestro che armonizza il mondo delle forme con l’espressione poetica

Vincenzo Gatti è considerato uno dei maestri dell'incisione

La Guida - Il maestro che armonizza il mondo delle forme con l’espressione poetica

Vincenzo Gatti è nato nel 1948 a Torino, città dove vive e lavora ma con Cuneo ha avuto molti contatti artistici e scolastici. All’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino è stato titolare della cattedra di Tecniche dell’Incisione per un ventennio, subentrando ai suoi maestri Mario Calandri e a un altro cuneese, Francesco Franco, e ne è diventato Direttore nell’anno accademico 1991/1992. A partire dal 1970, ha iniziato l’attività espositiva con personali e collettive organizzate in Italia e all’estero, in particolare a Milano con la la personale alla galleria “La Darsena” presentata da Paolo Fossati, Enschede (Olanda), Venezia, Bucarest, Torino, Trento, Chieri, Barolo, Madrid, Liegi e Thonon.
Ha partecipato varie volte alle più importanti rassegne nazionali e internazionali di grafica, dal Premio Biella alla Triennale dell’Incisione di Milano, dalla Biennale Internazionale della Grafica di Palazzo Strozzi a Firenze alla Biennale dell’Incisione di Cittadella, da Intergrafik di Berlino Est alla Biennale di Lubiana, dalla Biennale dell’Incisione “Arturo Martini” di Oderzo alla Biennale di Belgrado, dalla Biennale di Varna alla Biennale dell’Incisione di Acqui Terme, dalla Biennale dell’Incisione “Josif Iser” di Ploiesti (Romania), alla Triennale d’Incisione di Chieri e al Premio Suzzara, ottenendo diversi riconoscimenti ufficiali. Nel 2002 gli è stato assegnato il I Premio alla Biennale Internazionale di Grafica di Francavilla al Mare e nel 2005 il Premio Santa Croce.

Dal 1971 fa parte dell’Associazione Incisori veneti ed è stato segnalato più volte sui Cataloghi Bolaffi della Grafica Italiana. Ha svolto anche incarichi di curatela di mostre ed è autore di testi riguardanti soprattutto la pratica e la didattica dell’incisione. Gatti è una figura di artista che incarna valori ideali profondi e che agisce con lucida razionalità nel suo lavoro grafico, condotto con abilità e precisione analitica, ma anche con un intento di armonizzare la resa calligrafica del mondo delle forme con l’espressione poetica di un sentimento, di un’emozione che si cela, misteriosa come in un sogno, tra le apparenze caotiche della vita silente degli oggetti ordinari di una stanza privata.  Intensa e continuativa l’attività exlibristica, con numerose partecipazioni e riconoscimenti. “Razionalità e sentimento – scrive Silvana Nota -, inquietudine e senso di pace, sembrano percorrere quasi antiteticamente l’opera di Gatti, che vibra di profonda commozione e al contempo si rivela come ossessionata dall’ideale di una perfezione tecnica costantemente inseguita e sperimentata con lucida razionalità.
Tuttavia non è tanto il virtuosismo a interessare questo artista, bensì il preciso desiderio di esprimere, attraverso lo strumento e il mestiere, l’altrettanto complesso e stratificato afflato interiore: messo a nudo, analizzato con precisione chirurgica, quindi rielaborato e progettato scientificamente, per trasformarsi, sul foglio, in visione concreta.
Siano dunque disegni o incisioni, il tratto centrale affiorante dalla mano e dalla sensibilità di questo maestro contemporaneo che della grafica ha fatto la sua espressione fondamentale, risulta quello di un racconto che indaga nel finito l’evocazione dell’infinito”.
Ricercatore di poesia, Vincenzo Gatti scava nelle cose e nelle persone per trovarne la chiave segreta, svelata nelle sue pagine da un’eloquenza sonora visibile.
”Nei disegni, ad esempio, – continua la Nota – i corpi nudi traggono densità, peso, forza volumetrica, da un segno impalpabile, frutto di velature ottenute con lunghe ore in punta di matita. Simili ad apparizioni, sembrano effetto di vapori e sogni, ma a una più attenta osservazione pulsano della concretezza della carne, delle passioni, degli stati emotivi umani.
Se dal sogno partono e si sviluppano gran parte dei disegni recenti, le incisioni all’acquaforte, più incentrate sugli oggetti del quotidiano visti e inscritti nell’involucro abitativo, prendono invece spunto dal tangibile: impatto di partenza dal quale poi l’artista ci riporta ancora una volta al sogno.
La nostalgia pervade ogni particolare, ma la compiaciuta malinconia spesso assume connotazioni inquiete, qualche volta misteriose.…

Fino al 30 giugno a Torre Pellice in via XXVIII Aprile 2 nella nuova sede dell’associazione culturale Le vie del segno Archivio d’incisione Francesco Franco e Lea Gyarmati, promuove l’arte incisoria contemporanea nella mostra “12 incisori per Francesco Franco” ci sono sono anche le opere di Vincenzo Gatto insieme a Mario Gosso, Carlo Barbero, Ermanno Barovero, Luigi Farina, Daniele Gay, Vincenzo Gatti, Danila Ghigliano, Pino Mantovani, Guido Navaretti, Marina Sasso, Roberto Streglio e Alma Zoppegni. Chiarezza, Correttezza, Completezza, delle norme incisorie, ma prigionie inesistenti. Libertà nelle regole ortodosse in via di un linguaggio personale e si rivede Francesco Franco: portamento regale, sorriso bonario paterno, sul confine timoroso ma amoroso verso il Maestro. Visite nel weekend con prenotazione viedelsegno@gmail.com.

Divano acquaforte 2007 Vincenzo Gatti

Divano acquaforte 2007 Vincenzo Gatti

In camera acquaforte 2002 Vincenzo Gatti

In camera acquaforte 2002 Vincenzo Gatti

Demolizione acquaforte Vincenzo Gatti

Demolizione acquaforte Vincenzo Gatti

Vincenzo Gatti

Vincenzo Gatti

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