Cuneo – La carenza di acqua determina anche un incremento importante nei consumi e nei costi dell’energia per l’Acda, l’azienda cuneese dell’acqua, in particolar modo per i pompaggi utilizzati per portare acqua negli acquedotti in sofferenza. A certificarlo è l’aumento dei consumi registrati nel mese di gennaio 2023, quando Acda ha prelevato dalla rete 1.484.440 kWh di energia pari all’11,9% in più dello stesso periodo dell’anno precedente, con una spesa pari a 420.790 euro, oltre il 28% in più rispetto a gennaio 2022.
Nel corso dell’intero 2022 l’Acda ha consumato 17.345.841 kWh di energia elettrica per un costo totale di 3.523.478 euro. La depurazione ha inciso per il 54% e la captazione per il 28%. La restante parte è suddivisa principalmente tra distribuzione, adduzione e potabilizzazione.
Energia, le stime di Acda per il 2023
“L’aumento registrato a gennaio – spiegano Giuseppe Delfino, amministratore delegato di Acda Spa – è dovuto soprattutto alla carenza idrica che determina maggiori oneri per l’adduzione (+150%) e per la distribuzione (+68%) a causa dei pompaggi utilizzati per portare acqua negli acquedotti in sofferenza in luogo della “caduta per gravità”.
Le stime complessive per il 2023 variano tra i 4,760 mln e i 5,504 mln evidenziando un aumento molto significativo rispetto al 2021, anno in cui la spesa energetica complessiva è stata di euro 2,1 mln.
“L’impatto sulla carenza idrica viene aumentato dalle perdite che caratterizzano tutta l’infrastruttura nazionale ma non deve essere un motivo per non affrontare la realtà – sottolinea Delfino – I maggiori costi energetici sono una prima ed immediata conseguenza. È la dura realtà per cui occorre elaborare nuovi modelli di consumo della risorsa idrica e maggiori investimenti sulla produzione energetica finalizzata all’autoconsumo”.