Cuneo – Si è svolto questa mattina al grattacielo a Torino, sede della Regione Piemonte, l’incontro tra il presidente della Regione Alberto Cirio e quello della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo sui canoni idrici. Erano presenti anche gli assessori regionali Marco Gabusi e Luigi Genesio Icardi e il consigliere regionale Paolo Bongioanni.
L’Ufficio stampa della Provincia spiega che “è stato stabilito che i 3,9 milioni di euro destinati nel 2022 al Cuneese saranno così suddivisi: 2 milioni saranno assegnati ai Comuni montani tramite un bando che sarà lanciato dalla Regione entro il mese di marzo; 1,9 milioni andranno direttamente alla Provincia per la manutenzione delle strade, di cui circa 400 mila euro vincolati a quella delle cosiddette strade bianche”.
“L’incontro si è svolto in un clima di grande collaborazione che ha consentito di conciliare la volontà della Regione di sostenere con queste risorse i comuni montani con le istanze della Provincia di Cuneo che, senza una parte di quelle risorse, avrebbe fatto fatica a chiudere il bilancio” dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alle Opere Pubbliche Marco Gabusi.
“Ringrazio il presidente Cirio che, come immaginavo, ha risolto la situazione trovando la mediazione fra le esigenze della Provincia e quelle della Regione” aggiunge il presidente della Provincia Luca Robaldo secondo il quale “queste risorse saranno utili per continuare gli interventi programmati sulla viabilità montana provinciale, rispondendo così alle sempre maggiori urgenze cui dobbiamo fare fronte. Il Consiglio provinciale ha lavorato per raggiungere questo risultato, a conferma della importanza del metodo di lavoro unitario che abbiamo impostato”.
Esprime soddisfazione anche il consigliere Bongioanni, autore del procedimento legislativo e delle sue modifiche, che prevede di destinare alle aree montane il 50% degli incassi dei canoni idrici. “L’obiettivo è aiutare i comuni montani restituendogli una parte di quanto regalano alla pianura, sono quindi soddisfatto dell’intesa perché è fondamentale che le risorse tornino là dove sono prodotte e che venga restituita dignità alla montagna”.