Borgo San Dalmazzo – “Sul biodigestore di Borgo non si decida sulla testa della gente!”. L’altolà arriva dal Comitato “No Biodigestore a Borgo San Dalmazzo”, pochi giorni dopo che l’assemblea dei sindaci ha deciso a maggioranza di accettare il finanziamento di 12,8 milioni di euro (fondi del PNRR) da utilizzare per la costruzione di un impianto destinato al trattamento dei rifiuti organici (scarti di cucina), sfalci e verde. Il progetto prevede che dalla lavorazione dell’organico si ricavi compost da impiegare in agricoltura e biometano da immettere in rete.
Un progetto che ha diviso amministratori e popolazione e che è stato osteggiato fin dal principio dal Comitato No Biodigestore che, tra febbraio e marzo del 2020, raccolse (nella foto) circa 2.200 firme di cittadini contrari.
Ora, dopo gli sviluppi delle ultime settimane, il Comitato torna a far sentire la sua voce. Per lunedì 6 marzo alle 21 è stata indetta un’assemblea pubblica che si terrà nel salone consiliare di Borgo San Dalmazzo.
“Continua la nostra opposizione – spiegano i promotori -, informando e mettendo in campo ogni iniziativa utile a fermare la scelta di creare una cattedrale nel deserto con i conseguenti problemi che ricadranno sul territorio e sulle famiglie”.
“Come cittadini del territorio – aggiungono – ci siamo costituiti in Comitato contro tale ipotesi, al fine di dare la massima informazione su questa iniziativa che si voleva passasse sotto silenzio e per evidenziare le ripercussioni negative che ciò avrebbe avuto sul territorio, sia sul piano ambientale sia sugli elevati costi che sarebbero stati pagati dai cittadini.
Ora si scopre che metà della provincia non porterà i propri rifiuti perché il prezzo non sta sul mercato e allora i sindaci di Cuneo, Boves ed altri Comuni già dicono che a Borgo per fare funzionare l’impianto bisognerà portare rifiuti da ogni altra parte d’Italia, questo senza tenere conto del voto contrario dato dal Comune di Borgo e da altri 17 Comuni”.