Cuneo – Arrivano soprattutto dall’Ucraina, ma anche da Libia, Marocco, Bangladesh, Gambia e Mali: sono i 19 partecipanti (17 donne e 2 uomini) che nella mattinata di lunedì 27 febbraio hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al percorso di formazione professionale finalizzato all’inserimento lavorativo di soggetti stranieri presso le aziende del settore turistico-ricettivo della ristorazione e dell’ospitalità della provincia di Cuneo. Il progetto, ribattezzato “Work for Peace”, ha avuto per cabina di regia la Confcommercio imprese per l’Italia della provincia di Cuneo, l’associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici con gli Enti bilaterali del settore Terziario e Turismo, in collaborazione con la Caritas Diocesana della provincia di Cuneo e il Centro Migrantes. I partecipanti potranno ora essere contattati dalle aziende che necessitano di figure dedicate, in modo da sopperire alla sempre crescente domanda di risorse che, in particolare il settore dell’Horeca (alberghi, ristoranti e bar) richiede per coprire esigenze momentanee o permanenti.
“È evidente l’importanza dell’iniziativa, sia per le aziende che potranno risolvere il problema della carenza di personale, che per queste persone, la maggior parte donne provenienti dall’Ucraina, che si trovano a vivere in una realtà diversa dalla propria nazione, ma che hanno dimostrato di voler provvedere economicamente alle proprie esigenze – spiega Luca Chiapella, presidente Confcommercio imprese per l’Italia della provincia di Cuneo -. Questo percorso è stato un piccolo contributo che abbiamo voluto offrire per dare una chance di effettivo e concreto inserimento a donne e uomini che per ovvi motivi cercano nuova occupazione. Una richiesta che si intreccia con quella proveniente anche dalle nostre aziende, in particolare dell’Horeca, che a loro volta richiedono personale da sala, da cucina o da inserire dietro il bancone di un bar”.
Il progetto “Work for Peace” è durato complessivamente 35 ore, suddivise tra teoria e pratica. Tutti i partecipanti sono entrati in possesso della certificazione HACCP e della Formazione Generale e Specifica in materia di sicurezza aziendale ai sensi del D.Lgs. 81/08. Sulla base di un questionario di rilevazione del fabbisogno inviato alle aziende per intercettare le esigenze di inserimento, potranno essere contattati per valutare le offerte di lavoro.
Giorgio Chiesa presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, si è rivolto così ai partecipanti: “Siamo qui per aiutarvi, ma anche voi siete qui per aiutarci. Lavoriamo insieme e vi auguro un buon futuro in Italia”.
“Un progetto di questa portata – ha aggiunto Carlo Comino, presidente Ascom Monregalese – ha una valenza sociale e culturale ma anche economica, perché va incontro alle esigenze del mondo del commercio e delle attività locali, che hanno sempre più necessità di trovare nuovi collaboratori ma che si scontrano quotidianamente con le difficoltà della ricerca. Un’iniziativa che ha colto nel segno e che favorisce l’inclusione sociale attraverso l’incontro domanda/offerta di lavoro”.
“La formazione professionale rappresenta un importante strumento di inclusione sociale – dice Alessandro Lotti, presidente Ente Bilaterale del Turismo della provincia di Cuneo -. L’iniziativa dimostra l’importanza di sostenere e promuovere progetti di integrazione attraverso la formazione e il lavoro. Questi progetti non solo migliorano la vita delle persone coinvolte, ma arricchiscono anche la società nel suo insieme. Ecco perché siamo convinti che grazie alla formazione professionale non solo il settore turistico locale ma anche l’intera comunità cuneese acquisiranno risorse preziose”.
L’iniziativa si è avvalsa della collaborazione di Caritas Diocesana della provincia di Cuneo e ufficio pastorale Migrantes: “Nella nostra sede giunge tanta gente che chiede aiuto con la conoscenza della lingua italiana – afferma Rosi Prekalori, responsabile ufficio pastorale Migrantes della Diocesi di Cuneo-Fossano -. Si tratta di persone appena arrivate in Italia, ancora non inserite nel contesto sociale locale. La conoscenza della lingua è la prima cosa di cui necessitano”. Conclude Nicolò Cassano, operatore Caritas Cuneo: “Il nostro compito è stato quello di proporre alle famiglie da noi seguite questo progetto accompagnandole nel monitoraggio del corso cui hanno partecipato i familiari. I feedback, visti i risultati, sono stati tutti molto positivi”.