Antiochia – La dichiarazione di piena operatività era attesa per la serata di oggi, venerdì 17 febbraio, invece, già alle 8 di stamattina, con almeno dodici ore di anticipo rispetto al previsto, l’ospedale da campo Emt2 (Emergency Medical Team type 2) della Regione Piemonte, allestito ad Antiochia per affrontare l’emergenza terremoto, ha aperto i battenti.
Unico nel suo genere in Italia e fra i soli 12 esistenti al mondo, il nosocomio è stato montato nell’area di un impianto sportivo vicino all’ospedale della città turca distrutto dal sisma.
Nelle prossime settimane vi opererà il team di professionisti sanitari della Maxiemergenza 118 del Piemonte, coordinato dal dr. Mario Raviolo, partito dall’aeroporto di Cuneo Levaldigi nella mattinata di mercoledì 15 febbraio. Si tratta di una squadra di 76 persone, volontari provenienti dalle aziende ospedaliere di tutto il territorio regionale: un team leader (chirurgo), un deputy team leader (chirurgo), un medico infettivologo, quattro medici urgentisti, un pediatra, cinque anestesisti, quattro chirurghi, tre chirurghi ortopedici, due ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, trentuno infermieri (inclusi coordinatori, strumentisti, infermieri sala operatoria), due tecnici di radiologia, due tecnici di laboratorio, un assistente amministrativo, un ingegnere, tre tecnici logisti e dodici tecnici logisti afferenti al Coordinamento regionale del Volontariato di Protezione Civile. Un organico al quale si aggiungono oltre 40 volontari della Protezione civile piemontese operanti nella stessa zona e che hanno contribuito all’allestimento dell’ospedale.
“I nostri sanitari e volontari della Protezione civile operativi ad Antiochia – spiega l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, in costante contatto con il coordinatore della missione piemontese – hanno trovato una situazione catastrofica. La popolazione è stremata, le richieste di assistenza all’ospedale sono continue e di ogni genere. Abbiamo impegnato sul campo personale altamente specializzato e in grado di lavorare in condizioni di massima emergenza”.
“La popolazione ci ha accolti a braccia aperte – racconta il dr. Mario Raviolo-, tutti cercano di darci una mano, si mettono a disposizione e ci forniscono con grande affetto acqua e biscotti. Stiamo operando al massimo delle nostre possibilità”.