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Sabato 2 novembre 2024

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A Caraglio la trebbiatura antica della meliga ‘Bastarda’ della Valle Grana

Appuntamento al Bioparco Acquaviva, domenica 5 febbraio, su iniziativa della comunità Slow Food dei Grani storici della Valle Grana

La Guida - A Caraglio la trebbiatura antica della meliga ‘Bastarda’ della Valle Grana

meliga "bastarda" della valle grana

Caraglio – Viene trebbiata la meliga ‘Bastarda’ al Bioparco Acquaviva di Caraglio domenica 5 febbraio, alle 10.
L’iniziativa, nominata “Bati”, vuole rievocare l’antica giornata che era un tempo dedicata alla trebbiatura. In questa occasione si trebbia la meliga locale coltivata dalla comunità Slow Food dei Grani storici della Valle Grana. La trebbiatura avviene con macchine d’epoca. “Le pannocchie, svestite ed essiccate all’aria e sole nei pendeis per ben 5 mesi, saranno versate nella trebbia la quale, per mezzo di battenti, la sgranerà separando i grani dal tutolo e con altro meccanismo la pulirà dai residui vegetali – dice Lucio Alciati -. La meliga sarà così pronta per la molitura di ottima farina per buona polenta o altro. A mezzodì, proprio come si faceva nelle campagne piemontesi, quando si festeggiava pranzando insieme, si propone la possibilità di assaporare due degustazioni a scelta che contemplano una preparazione con la farina della ‘Bastarda’. Saranno presenti anche stand con prodotti locali”. Il costo del menù degustazione è di 20 euro.
La trebbia storica è di Danilo Garnerone di Valgrana e verrà azionata da un trattore “a testa calda”, anch’esso storico, della Società Agricola Bianco di Caraglio. “La differenza da quelle moderne è che ora si usano mietitrebbiatrici mobili che trebbiano già in campo, poi la granella ancora umida viene destinata agli essiccatoi. Quelle storiche sono fisse e trebbiavano il mais che era stato essiccato al sole tramite dei pendeis. La trebbiatura avveniva nell’aia delle cascine, dove la macchina veniva posizionata e fatta funzionare da un trattore che dava forza, tramite una cinghia, al meccanismo della trebbia”.
L’evento è realizzato dalla comunità Slow Food e dal Comune di Caraglio, con la collaborazione dell’azienda agricola di Diego Lerda.

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