Riceviamo e pubblichiamo
Egr. Direttore,
siamo alcune valligiane che hanno seguito la polemica scaturita dalla richiesta delle sorelle Cesano riguardo la Baio.
Nonostante la nostra residenza non sia più in valle da tempo, per scelta di vita, i nostri nonni, i nostri genitori e noi stesse, siamo cresciute fra Sampeyre e l’alta valle. Abbiamo ancora le case paterne o materne in questi luoghi, abbiamo ancora dei parenti e, visto che tramite i giornali e i social è stata data voce a tutti, intendiamo far sentire anche la nostra e speriamo ce ne sia data la possibilità, come è stata data ad altri.
Ci siamo trasferite, chi da tanti anni, chi da meno, in altri luoghi, non solo per lavoro ma per scelta. Dai commenti scaturiti sui social sembrerebbe che, per la gente della valle il resto del mondo sia un altrove ostile abitato da inetti. Il loro piccolo mondo incarna una perfezione da proteggere, ma quella perfezione presenta delle crepe e lascia intravedere un volto non propriamente benigno. Tutti vengono visti come intrusi, ci si chiude nella comunità pensando di salvarsi mentre in realtà ci si condanna. I turisti vengono trattati come un male necessario a cui non deve essere fatto capire il proprio pensiero a riguardo. E tutto questo è trapelato nei commenti DELLE DONNE ad alcuni articoli di giornale. È stato un condannare le due ragazze perché colpevoli di aver scelto una vita al di fuori della valle, di non partecipare attivamente alla vita di comunità, addirittura di aver osato mettere in vendita la casa.
Ci sono stati commenti DI DONNE Che dicono che non hanno bisogno degli stranieri o dei turisti perché la Baio è una cosa per loro, fatta per loro e vissuta solo da loro.
Ma la cosa più incredibile sono stati quei commenti che dichiarano che “in casa di altri si entra senza scarpe e ci si pulisce i piedi” o, ancor peggio, “nonostante viva qui da 15 anni sono solo un’ospite”.
No, dopo 15 anni non sei un ospite. Questa è la tua casa, il tuo luogo, fai parte della comunità a tutti gli effetti. Ma è vero: per la valle tu sei solo un ospite, sarai sempre un foresto, uno straniero, perché cosi vogliono farti sentire.
Ma quello che ci ha lasciato più perplesse, dopo i commenti DELLE DONNE (maiuscolo perché nel 2023 certi modi di pensare sono vetusti e deleteri in qualsiasi comunità), sono i nomi di chi ha firmato la lettera (i giovani della valle).
Facendo un rapido conto, visto che li conosciamo tutti, delle donne che hanno firmato la lettera forse quattro in tutto cuciono i vestiti per la Baio. Molte di loro non hanno mai preso un ago in mano visto che cuciono le nonne, le zie o le mamme. Della nuova generazione sono pochissime quelle che hanno imparato e messo in pratica questa antica arte. Eppure si sentono in dovere di firmare e di farsi portavoce di una tradizione che non hanno mai portato avanti e di criticare pesantemente due sorelle.
Sconfortante è anche leggere commenti di suonatori giovani che si lamentano che i video delle danze postate sui social non siano ballati “da gente del posto”, o commenti di gente della valle (sempre donne, ci teniamo a sottolinearlo) che affermano che “la tradizione va rispettata e che si vuole fare la rivoluzione si vada a Roma a trasformare il Colosseo in stadio”.
Per concludere tutta la polemica inviteremo i giovani e meno giovani che hanno scritto la lettera, ma anche tutti gli altri valligiani che hanno la memoria, a rivedere alcuni vecchi filmati di interviste ad anziane cucitrici dove era palesato alla luce della telecamera lo scontento e la fatica di dover cucire, di dover adempiere ad un compito non propriamente gradito e scarsamente riconosciuto.
Soprattutto scarsamente riconosciuto.
E, alle altre, consigliamo di prendere un ago in mano prima di firmare una lettera che parla di tradizioni che vanno rispettate.
E per favore, pensateci prima di commentare con orgoglio, perché se poi veniamo chiamati trogloditi con mentalità medioevale la responsabilità e la colpa sono solo nostre. Perché, senza troppi forse, questa è l’idea che trasmettiamo.
Lettera firmata
(seguono sei firme T.D, G.M, T.M, G.A, M.S, B.C, con la richiesta: “vi preghiamo cortesemente di mettere solo le nostre iniziali e di non far apparire i nostri nomi completi. Sembrerà a voi assurdo ma la valle ha il piccolo vizio di voltare malamente le spalle a chiunque esprima una voce dissonante con quella del branco, e noi vorremmo evitare ripercussioni soprattutto verso i parenti che ancora vivono in essa).