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Domenica 22 dicembre 2024

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Il bambino “pastissoun” che volle farsi pasticciere

In “Andrea Arione. Il papà dei cuneesi al rhum” la storia di una famiglia e di una dolce passione

La Guida - Il bambino “pastissoun” che volle farsi pasticciere

 Arione: non solo Hemingway o Mastroianni. La pasticceria di piazza Galimberti è associata a questi due nomi, ma l’autrice, nipote del fondatore Andrea Arione, riafferma l’indipendenza da questi due personaggi. Lo scrittore americano sarà anche passato per questi locali, i quali avranno anche ospitato le riprese del film di Monicelli, ma tavoli e scaffali narrano una storia di famiglia e di passione ben più articolata di questi fugaci intrecci. È un racconto fatto per quadri che di proposito non sceglie la linea rigorosamente cronologica, ma isola momenti fondamentali che hanno condotto al locale e, soprattutto, alle golosità oggi da tutti apprezzate. L’impostazione a tasselli di mosaico consente anche di inserire qualche digressione a carattere storico sulla realtà cuneese contemporanea alle esperienze della famiglia Arione.

La passione per l’arte della pasticceria assieme all’impegno lavorativo costante è alla base della fortuna di questo locale. L’autrice ricorda che suo nonno, Andrea, fin da bambino si divertiva a “mettere le mani in pasta” quando sua mamma preparava i dolci, ricevendo talora come risposta affettuosa un “pastisun”. Il suono della parola era invitante, immediata l’associazione all’impasto per le torte per questo il suo scopo “da grande” divenne fare il “pastisun”. E di esperienza se ne fa parecchia come allievo pasticcere prima a Torino, che “raccolse dalla Francia l’eredità della pasticceria di dimensioni molto contenute tanto da poter essere gustati in un solo boccone”, poi a Savigliano. Arriva a Cuneo nel 1923 rilevando un negozio in Regione Orti a fianco del Sacro Cuore. È l’inizio di un’attività che presto si sposta nell’allora Piazza Vittorio dove ancora è oggi. Scelta oculata, quella di Palazzo Cassin, in posizione centrale, affacciata su una piazza ormai cuore della città. Poi la trovata di un nuovo pasticcino il “cuneese al rhum” che nel 1926 si aggiudica il Gran premio e Medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Genova. Sulle specialità prodotte da nonno, l’autrice ovviamente si sofferma in modo particolare non solo sottolineandone il carattere innovativo e l’iter burocratico per ottenere il riconoscimento del marchio, ma anche sulle prove per giungere al prodotto definitivo.

Andrea Arione il papà dei cuneesi al rhum

di Paola Conti

Primalpe

13 euro

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