Comprensibile il rimando dell’autore a Leonardo Sciascia. Il romanzo è infatti percorso da un’amara ironia che spesso sfocia in disillusione quando scopre le sue carte e guarda a quanto succede oggi dissimulando, senza troppa convinzione, a dir il vero, il reale con nomi immaginari. Si riconosce Cuneo, ma anche qualche personaggio conosciuto della nostra città.
Al centro una grossa vincita a un “gratta e vinci”, fautore di nostrane illusioni di ricchezza. È Pietro Giordano a trovare il biglietto vincente: una fortuna gli si palesa davanti, fortuna che, sapremo più avanti, non è vittima di bramosia, bensì di più caritatevoli pensieri: “quante persone avrebbe potuto aiutare!”
È un’anima candida, in fondo. Ingenuo al punto di nascondere il biglietto vincente sotto il materasso di una camera d’albergo e allontanarsene. Il tempo della cena e il biglietto prende il volo. Letteralmente sparisce. Il poliziotto chiamato a verbalizzare sul furto è chiaro: “Del Gratta e vinci non c’è traccia. Nessuno ne sa niente. Solo lei dice che glielo hanno rubato. Un po’ poco per fare una denuncia. Manca il corpo del reato”.
In realtà questo motore immobile della vicenda riaffiora più volte come oggetto, mai materializzato, evocato in discorsi tra potenti che dovrebbero facilitare il ritiro rapido della vincita, prima che qualche zelante funzionario approfondisca la questione. È qui che ritroviamo lo stile di Sciascia nella consapevole reticenza nel raccontare apertamente, nel trasformare il biglietto in pretesto sibillino per parlare di altro, nel costruire un intreccio che volentieri incrocia questioni politiche e sociali, chiamando in causa anche le distorsioni della Chiesa, che pregusta il tramonto dello spirito di Bergoglio.
Eccoli dunque i poteri che, di nuovo Sciascia insegna, sono occultati dietro nomi più o meno espliciti o evocativi di un “mondo di mezzo” che lavora per un cambiamento in senso conservatore nella comunità civile e religiosa. Un nuovo governo che liberalizza tutto, una Nuova comunità organizzata che sta ridisegnando il potere della Chiesa (“noi siamo in primis il nostro prossimo”), il nuovo papa dal nome esplicito, Costantino: tutti riuniti intorno alla tavola del comando e del lusso.
E i piccoli che troppo vogliono sapere, ingenuamente mossi dal desiderio di indagini private per ristabilire la giustizia non finiscono, come chiudeva un romanzo di Sciascia, “sotto grave mora di rosticci”, ma poco ci manca perché quel mare dove vanno a fare il bagno non è “mare nostrum” bensì “mare loro”.
Il grattavinci
di Roberto Baravalle
Nerosubianco
13 euro