Cuneo – Dopo essersi conosciuti su Facebook ed essersi scambiati messaggi per alcune settimane, avevano iniziato a vedersi e a stare insieme; alla fine dell’estate 2021 la decisione di convivere e da quel punto in poi quella relazione che sembrava perfetta si rivelò un vero e proprio incubo, tanto da indurre la donna a scappare letteralmente dalla città in cui viveva per allontanarsi da quell’uomo di cui ormai aveva terrore.
“Aveva cambiato subito le password dei miei profili Facebook e Instagram, copiò tutti i miei contatti telefonici e poi li cancellò dal mio telefono per tenere solo i numeri dei familiari. Era arrivato al punto di attivare la videochiamata per controllarmi dal momento in cui usciva di casa la mattina fino a quando tornava la sera. Voleva che ruotassi la telecamera del telefono per vedere chi c’era intorno a me”: questi sono solo alcuni dei dettagli della deposizione della 28enne cuneese, già vittima di atti persecutori da parte dell’ex marito da cui aveva avuto quattro figli, nuovamente vittima di stalking da parte di C. B., l’ex fidanzato albanese conosciuto nella primavera del 2021 e ora a processo al tribunale di Cuneo.
Poco prima di Natale del 2021 la lite furibonda per telefono, a seguito della quale la donna scappò di casa e si rifugiò dai vicini per evitare di farsi trovare dall’uomo al suo rientro a casa. “Quando intervenimmo – aveva riferito in aula il vicebrigadiere intervenuto al sera del 17 dicembre – la trovammo dalla vicina ed era talmente spaventata che per il tremore non riusciva neanche a stare in piedi. C. B. era al piano di sopra, agitatissimo, voleva assolutamente vedere la donna, pensava che lei stesse con un altro. Lo calmammo e lo portammo via”.
Dopo quell’episodio però la donna decise di non sporgere denuncia e anzi volle dare un’altra possibilità a quella relazione che però durò poco più di un mese: “Apparentemente sembrava tutto tranquillo ma poi riprese tutto come prima”.
Per vendicarsi della donna, l’imputato inviò al padre e all’ex suocera di lei video intimi che la donna gli aveva inviato all’inizio della loro relazione e uno lo pubblicò sul profilo social di lei. Ci furono poi le telefonate, centinaia al giorno e i messaggi pieni di insulti e minacce: “Mi diceva che me l’avrebbe fatta pagare, che mi avrebbe buttato tanta m… addosso, dovetti lasciare il mio lavoro di badante perché me lo ritrovavo anche sul pianerottolo del palazzo dove lavoravo”.
In aula hanno testimoniato anche i militari che hanno raccolto tutta la documentazione relativa ai messaggi e alle telefonate fatte dall’imputato alla parte offesa costituita in giudizio. È stato anche ascoltato un giovane che alla fine di marzo 2021 era stato avvicinato dall’imputato convinto che il ragazzo avesse qualche rapporto con la fidanzata: “Mi era venuto incontro agitato dicendo di lasciare in pace questa ragazza che però io non conoscevo. Sapeva come mi chiamavo e mi aveva anche fotografato vicino al negozio di un mio amico. In quell’occasione presi il numero di targa. Qualche giorno dopo trovai tutti i finestrini dell’auto spaccati”.
Il processo è stato rinviato al 10 gennaio per ascoltare gli altri testimoni e in quell’occasione il giudice si esprimerà in merito alla richiesta della difesa di revoca degli arresti domiciliari per l’imputato.